Dichiarazione del papa sul concilio (3 giugno 1560). Risposta di Filippo II. 135) ove fosse necessario trasferirlo in un altro luogo più adatto : discutere ora ancor più a lungo in proposito essere escluso dal fatto che il progresso degli errori in quasi tutti i paesi della cristianità non tollerava ulteriore attesa. Gli inviati a mezzo di staffette facciano nuovamente conoscere questa decisione ai loro principi, che già n’avevano ricevuto notizia dal papa, ma non avevano ancora risposto, e li incitino a prestare aiuto. Qualora contro l’aspettazione egli, il papa, non trovasse corrispondenza, ciò non lo distor-rebbe dal proposito, specialmente perchè la Francia promoveva un concilio nazionale. Sperare del resto il meglio ed eziandio che comparirebbero principi tedeschi, credendo di potere ciò ammettere con sicurezza quanto al marchese di Brandenburg. Quanto sarà stabilito al concilio, concluse il papa, i vostri principi aiuteranno ad eseguire. Vogliamo che il concilio si raduni il più presto possibile : attenderemo soltanto le risposte dei vostri principi per indirlo poi pubblicamente e inviare i legati. 1 Era appieno giustificato il desiderio di Pio IV di attuare l’importante opera in accordo colle grandi potenze cattoliche, perchè durante il concilio la Santa Sede abbisognava di vigorosi appoggi e poscia l’aiuto del potere civile era molto necessario per introdurre le misure deliberate. Una risposta soddisfacente venne per prima dal governo spa-gnuolo. Ancora il primo d’aprile Filippo II nella risposta data al nunzio Baverta aveva differito la risoluzione. Al principio di maggio cedette sì ampiamente da esprimere la sua approvazione alla convocazione del concilio, colla clausola tuttavia, se anche l’imperatore desse il suo assenso. Solo dopo che ulteriori notizie vennero di Eoma e di Francia, Filippo finalmente in una grande seduta del consiglio del 15 giugno risolse di accettare senza condizioni il concilio. Tre giorni dopo egli scrisse al Vargas a Eoma : poiché in Francia si minaccia un concilio nazionale, il quale può avere le più dannose conseguenze, approvò la decisione del papa quanto al concilio. È necessario l’assenso di Francia e dell’imperatore. Mi allieta che il papa voglia continuare il concilio a Trento, bisogna però che ivi si dia mano anche alla riforma degli abusi. 2 1 Cfr. la relazione di Francesco von Thurm all’imperatore del 3 giugno 1560 presso Bickel, Konzil 48 e * quella di Mula dello stesso dì, usata da Reimann loc. cit. 594s. A ragione Reimann nota che «Pio IV ha fatte il primo passo, del quale non è a dubitare, che fosse pensato seriamente » e che Mocenigo (p. 25) fa torto al papa quando mette in dubbio la sua seria volontà. V. inoltre Dembinski, Bzym I, 37 s. Cfr. anche la * lettera di G-. B. Ricasoli del 3 giugno 1560, Archivio di Stato in Firenze e la relazione dell’inviato portoghese del 12 giugno 1560 in Corpo dipi. Portug. VIII, 464 s. V. ora anche le dilucidazioni di Ehses, Berufung des Konzils 6 s. e Vili, 29. 2 Cfr. Voss 47 s., 49 s., 51 ; Ehses, Berufung des Konzils 7.