302 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 7 a. tenne sotto Sisto IV alla cappella papale, nel 1480 dimorò quale musico già famoso alla corte di Luigi XI, col quale era in una certa relazione confidenziale. In virtù di tutti questi celebri compositori la musica neerlan-dese acquistò fama mondiale. Tutte le importanti corti principesche cercarono di guadagnare neerlandesi per la loro cappella di corte. Nel 1498 essi fecero il loro ingresso in Vienna ; 1 Filippo il Bello li prese con sè in Spagna, dove la cappella di Valladolid divenne una delle più famose del mondo. 2 Circa il 1480 tre celebri neerlandesi insegnavano contemporaneamente musica a Napoli ; 3 persino Venezia, la quale vegliava gelosa perchè in S. Marco solamente degli indigeni occupassero il posto d’organisti e di maestri di cappella s’indusse nel 1527 a chiamare quale maestro di musica Adriano Willaert. 4 Fu di molto maggiore importanza che i neerlandesi si conquistassero anche la cappella papale a Eoma. Il credito che godevano presso il re francese aprì loro la via alla corte pontificia in Avignone. Quando ritornò stabilmente a Roma (1377), Gregorio XI prese con sè i suoi neerlandesi, ed essi si sostennero nella cappella papale fino al secolo xvi inoltrato. Al tempo di Dufay il catalogo dei cantori pontifici contiene quasi soltanto nomi di suono fiammingo o francese ; Dufay come più tardi Josquin furono per anni membri del coro dei cantori papali, il cui archivio conserva fino ad oggi una quantità di messe e mottetti dei maestri neerlandesi. 6 La dominazione dei cantori neerlandesi in Italia fu una fortuna per la musica neerlandese come per l’italiana. Essa preservò gli italiani dal tentativo prematuro di mettersi anche nel campo della musica per vie completamente nuove riattaccandosi all’antichità classica; l’epoca del rinascimento comincia per la musica solo nel secolo xvn e condusse allora alla creazione della musica moderna monodica. Ma il rinascimento non rimase anche nel secolo xvi senza influsso sullo studio artistico seguito fino allora. Già per la musica di un Dufay o Josquin fu certo di sommo valore che ambedue prendessero contatto a Firenze ed a Roma colla fine cultura dell’Italia d’allora. La suprema perfezione, di cui era capace, la musica neerlandese l’esperimento solo quando gli Italiani accolsero e utilizzarono le conquiste dei loro predecessori col loro perfezionato senso della bellezza e fine intendimento artistico. Anche il massimo dei musici del secolo xvi, Giovanni Pier- 1 Ambros II, 516. 2 Ibid. 524. 3 Ibid. 538. 4 Ibid. 539. 6 Ibid. 494 s.