642 Appendice. avere promesso al conte Antonio la città de Pavia, al signor Taddeo Cremona, al eavalier Pelliccione Aquilea, a Pietro Ravenna, a Prospero cinquemila ducati di entrata non solamente indusse li sopradetti a credere quello che lui (liceva, ma a prometterli di voler essere insieme con lui ad ammazzare V. Sta e darli ogni aiuto e favore, dato però ordine fra loro poiché lui li dava ad intendere che era cosa santa et di Dio di confessarsi prima et communicarsi, et far dire tre messe dello Spirito Santo come fecero, che si confessorno in S. Onofrio et dopo si commu- 11 ¡corno ili S. Pietro Molitorio. Il trattato fatto tra loro più volte d’amniazzarla è seguito come appare nelle confessioni loro di questa maniera. Furono trovati dal eavalier Pelliccione dui pugnali domandati fusetti overo stiletti, li quali sono in mano della corte per fare questo effetto li quali pugnali furono arrotati et super quello che aveva da portare Benedetto Accolto li fu menato cipolla per venenarlo. Di poi acciò nel metterli mano non si vedesse lustrare li fu messo sopra una guaina di taffettà nera e tra le altre volte fu concluso tra loro una sera nella casa dove stavano, che la mattina seguente, che aveva da essere la segretaria, s'avesse a fare questo effetto dal detto m. Benedetto col detto pugnale, et dal detto cavaliero Pelliccione con l’altro pugnale et che li altri quattro sopranominati, li quali si erano messi in ordine de spade et l’avevano fatte arrotare, havessero ad aiutare con metter mano alle spade questa scelleragine et acciò potessero più facilmente entrare al cospetto di lei ferno trovare certi vestimenti boni per vestire li suddetti Benedetto e Taddeo, et il detto Benedetto disse di voler essere il primo a menare contra la Stà V. fingendo di darli una poliza et dicendo di volerla percuotere ogni volta che avesse visto il segno che lei non fosse papa cioè che non li avesse voluto credere quelle cose sopra dette che diceva di volerli proporre, e fu similmente {lato ordine tra loro in quella fattione gridare pensando con questa voce d’impaurire le brigate et il conte Antonio Canossa portava con se cinque polise che aveva fatte tre dirette alla guardia de cavalli leggieri, alla guardia dell’archibugieri et alla guardia de Svizzeri, et due a 11 i signori conservatori et caporioni; in queste due ultime si scriveva all i detti signori conservatori et caporioni che dovessero venire a Palazzo et che se li renderà conto per che causa era stato ammazzato non il papa, ma il cardinale1 de Medici et che era in essere il papa vero qual’erà santo et angelico et altre parole. Alle tre guardie tra le altre cose se li scrivea che se li dava le guardarobbe del Cardinal Borromeo et del Cardinal S. Giorgio,1 di monsignor Gallese et di monsignore Tolomeo et che attendessero alle guardie loro. Così la mattina a buon ora della segreteria tutti sei insieme resoluti di fare questo assassinamento se ne vennero in Palazzo, Benedetto con quel pugnale in petto et con un coltello, il quale lui ha detto d'aver portato molto tempo per questo effetto et il eavalier Pelliccione con la spada et col pugnale nella gaglioffa delle calze et li altri quattro similmente armati con spade et entrarono nell’anticamera di V. B. et li se intertennero con animo risoluto di voler fare questo effetto, sin a tanto che la S. Y. uscì della sigretaria, nella quale sigretaria il detto Benedetto e conte Antonio e cavaliero entrorno, ma 1 Giovanni Serbellom.