226 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 5 b. tendesse scioglierlo o sospenderlo, ciò che avrebbe prodotto grave danno alla Chiesa. Il concilio dovrebbe essere condotto in breve a felice termine ed attuare la bramata riforma. Ma a ciò è necessaria piena libertà e quindi devesi concedere il diritto di proposizione non ai soli legati, ma anche agli inviati dei principi. Alla fine l’imperatore annunciava la sua disposizione a comparire personalmente al concilio e rivolgeva al papa instante preghiera di fare altrettanto. L’altra lettera confidenziale, 1 faceva egualmente pressanti le stesse esortazioni e richieste, ma in forma meno aspra. In essa l’imperatore chiedeva in particolare, che per l’avvenire si escludessero dall’elezione papale simonia ed ogni impura azione ; che non si nominassero più dei cardinali, che per essere giovani o mancanti di istruzione non fossero atti all’ufficio,2 finalmente che nell’elezione degli arcivescovi e vescovi da parte dei capitoli cattedrali si abolissero gli abusi esistenti.3 Insino alla fine del 1562 Pio IV sarebbe stato volonterosamente pronto a sospendere il concilio dietro proposta dell’imperatore. 4 Il 14 novembre 1562 Borromeo aveva scritto al Delfino che il 1 Completa presso Steinherz III, 223 s. 2 Questa pretesa era fondata sulla creazione cardinalizia del 6 gennaio 1563, variamente ed a ragione biasimata, nella quale ottennero la porpora Federigo Gonzaga e Ferdinando de’ Medici, dei quali l’uno contava 18 anni e l’altro appena 14. La nomina di Federigo fu ima concessione al primo presidente del concilio, quella di Ferdinando lo fu a Cosimo I. Pio IV, che durante il concilio non sentivasi sicuro nello Stato pontifìcio, crédette di potere servirsi di ogni occasione per rendersi obbligati almeno i principi italiani (vedi Steinherz III, 178 s.; Susta III, 157 s., 161, 193 s.). Sulla creazione del 6 gennaio 1563 vedi Petra-mellarius 73 s.; Ciaconius III, 943 s.; Cardella V, 53 s.; Herre 68. L’esteriore del cardinal Ferdinando è ben descritto dall’autore della descrizione del viaggio del duca Ferdinando, il terzo figlio del duca Alberto V di Baviera, nell’anno 1565, stampata presso Freyberg, Sammlung historischer Schriften IV, Sutttgart 1834, 317 s. Tonina fin dal 30 gennaio 1563 * notifica che già parlavasi di una nuova creazione cardinalizia. Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Lo stesso 3 marzo 1563 imperatore diresse anche al Guise una lettera (Le Plat V, 690 s.) ed ai suoi inviati in Trento una nuova istruzione, stampata presso Sickel, Ronzìi 446 s.; v. ibid. 456 s. e 463 s. le altre istruzioni del 21 e 23 marzo 1563. Cfr. in proposito Helle 42 s. 4 Avanti l’arrivo di Guise s’era disposti a che il cardinale chiedesse la traslazione del concilio a Besançon o Costanza; il cardinale stesso aveva parlato di ciò col nunzio Santa Croce (v. la relazione di Santa Croce del 26 giugno 1562 presso Susta II, 492). In considerazione di ciò Borromeo agli 8 di luglio 1562 mandò ai legati l’istruzione di accelerare al possibile il progresso del concilio (ibid. II, 239 ss.). Addì 18 luglio Borromeo scrisse a Delfino, il quale aveva fatto (29 giugno) la proposta di sospendere il concilio: se l’imperatore d’accordo con Filippo II fa la proposta di sospensione, il papa è disposto a dare man forte (Steinherz III, 94 ss.). Il 22 luglio Borromeo tornò a scrivere al Delfino che il papa era d’accordo circa un colloquio di religione, sospeso prima o chiuso il concilio, ma che l’imperatore doveva guadagnare a tal progetto il re di Spagna (ibid. 100). L’8 agosto i legati ricevettero da Borromeo l’ordine di condurre