Imbarazzo dei legati conciliari. 239 lippo II. Naturalmente il conte di Luna,1 nuovo inviato di Spagna succeduto al Pescara, insisteva sull’adempimento della concessione fatta al suo re e tutti i tentativi del Morone per farlo cambiar di sentimenti naufragarono. Gli altri legati appoggiarono Morone e in una lettera del 19 giugno 1563 a Borromeo protestarono contro la diminuzione del loro esclusivo diritto di proposizione, esprimendo il desiderio di venire piuttosto richiamati dal concilio che di essere spettatori della loro propria sconfitta. 2 Già prima di questo penoso incidente non erano mancati altri fatti che procurarono serie inquietudini e duri imbarazzi a Morone ed ai suoi colleghi.3 Non va nominata all’ultimo luogo a questo proposito la controversia per la precedenza, covante sotto la cenere, fra l’inviato spagnuolo e il francese, nella quale ponevasi sempre più in prima fila la questione, quale posto dovesse assegnarsi al rappresentante del re cattolico nelle funzioni ecclesiastiche e come ci si dovesse contenere quanto al bacio di pace e all’incensazione. Qui pure Pio IV agli 8 di giugno credette di dovere decidere a favore di Spagna, motivando espressamente la cosa col dire che allora Filippo II era da considerarsi l’appoggio principale alla religione cattolica.4 Più che tutto i legati erano preoccupati dalla questione su episcopato e primato nuovamente divampata. Già le prime discussioni sugli abusi relativi all’Ordine sacro, che durarono dal 12 maggio al 16 giugno,5 come le nuove sul sacramento dell’Ordinazione sacerdotale cominciate l’il giugno6 fecero capire che difficilmente era a sperarsi un accordo in queste questioni. Mentre l’arcivescovo di Granada tornava sempre a proclamare il diritto divino dei vescovi, altri, specialmente vescovi francesi, profonde-vansi in amarissime critiche sugli abusi reali e pretesi in Curia. L’arcivescovo di Parigi, che voleva posta in primo luogo la trat- 1 Sulla sua introduzione nella congregazione generale del 21 maggio 1563 e la questione della precedenza avvenuta allora vedi Bondonus 567; Theiner II, 280 s.; Pallavicini 21, 1. Luna prese abitazione nel Palazzo Roccabruna (ora Sardagna); vedi Swoboda 23, 49. 2 Vedi Pallavicini 21, 5; Susta IV, 67 s., 71 s., 78 s. 3 Sulla questione suscitata daU’arcivescovo di Lanciano a proposito del diritto di voto dei procuratori vedi Pallavicini 20, 17, 7 s.; Steinherz III, 324 s.; Susta III, 333; IV, 13 ss. La richiesta del calice ai laici da parte dell’inviato bavarese condusse alla fruttuosa missione dell’Ormaneto; vedi Steinherz III, 327 s.; Susta IV, 23, 28. 4 Vedi Pallavicini 21, 8, 4; Sickel, Beiträge II, 60 s., 62jä.; Susta IV, 62, 82 s., 495 s. 6 Cfr. Theiner II, 270-301; ibid. 264-270 la compilazione degli abusi relativi all’Ordine consegnata ai padri del concilio il 10 maggio. Vedi anche Psal-Mahus presso Merkle II, 838 ss. Sulle trattative posteriori dal 10 al 12 luglio vedi Theiner II, 302-309. 6 Vedi Paleotto presso Theiner II, 617 s. Cfr. Susta IV, 54 s.