392 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 8 b. stettero sull’osservanza dell’editto di gennaio, essi non intendevano però fermarsi li. In esso, come disse chiaramente Beza, videro solo l’inizio della vittoria :1 il loro concetto dell’antica Chiesa, un’istituzione dell’idolatria, ne esigeva il totale annientamento. Ora la parte di gran lunga maggiore della nazione era attaccata alla fede dei suoi padri,2 che era venuta crescendo su intimamente unita colla vita e i costumi del popolo. Da secoli in nobile gara gli antenati avevano documentato in tutte le parti del regno la loro pietà, la loro potenza e il loro genio artistico erigendo numerose magnifiche chiese e adornandole dentro e fuori colle più squisite creazioni della scultura e della pittura. Queste opere d’arte simboleggiavano al popolo le dottrine del cristianesimo e sollevavanlo dalle miserie terrene in un mondo superiore. Esse erano insieme le sue memorie più care, poiché quasi ogni famiglia agiata, ogni corporazione e confraternita aveva provveduto a qualche fondazione artistica, a un altare, una statua o una finestra a vetri colorati. Quale commozione ed esacerbazione dovette provocarsi quando i seguaci di Calvino, incuranti di tutti i divieti, saccheggiarono, devastarono o abbatterono ovunque poterono le chiese e i conventi ! Nè qui si fermarono. Fantasticamente immergendosi nella funzione di profeti dell’antico Testamento contro gli idolatri pagani, essi attaccarono anche personalmente i cattolici, ferendoli od ammazzandoli. A Montpellier nell’autunno 1561 vennero devastate tutte le 60 chiese e conventi della città e insieme uccisi 150 ecclesiastici e regolari. Un assalto simile a chiese e conventi avvenne in dicembre a Nìmes: le immagini e reliquie furono incendiate su un rogo dinanzi alla cattedrale, e dopo che vi ebbero ballato attorno gridando di non volere nè Messa nè idoli nè idolatri, i nuovi credenti si accinsero al saccheggio delle chiese nei dintorni. A Montauban ebbero a soffrire in modo particolare le Clarisse: incendiatone il convento, le indifese vergini furono esposte mezzo nude al dileggio del popolo sollecitandole a maritarsi. In alcune città il culto cattolico fu del tutto soppresso. I predicanti della nuova fede incitavano a queste azioni violente e ne formavano formali deliberazioni nelle loro assemblee. Così il concistoro riformato a Castres aveva deliberato nel dicembre del 1561 che il capitano della città conducesse colla forza alla predica chiunque si mostrasse in istrada. In conformità parecchi preti furono strappati dall’altare e condotti alla predica. Nè meglio andò poco dopo 'Vedi Baum, Beza II, App. 156. Calvino opinava che ove rimanesse in piedi la libertà promessa nell’editto, il papato sarebbe crollato da sè. Vedi Henky III, 523; Soldan I, 568 s. 2 Vedi Ranke, Französische Oesch. I2, 240. Cfr. Palandri 100.