La conferenza di Poissy. 385 seguaci della nuova religione, egli designò quale compito dell’adunanza di non condannarli per prevenzione ma d’accoglierli con dolcezza.1 Mentre il nunzio Gualterio fece amare lamentele presso Caterina e Navarra per questa condotta affatto in contraddizione col procedimento fino allora seguito dal governo 2 anche la maggioranza dei vescovi sotto la guida del cardinale Tournon prese decisamente posizione. Eespinsero un concilio nazionale e dichiararono che, presupposta l’esclusione d’ogni discussione sulla dottrina, potevano aderire soltanto a consultazioni sull’abolizione di abusi: erano risoluti poi ad osservare la obbedienza dovuta al papa. Alla doppiezza amata dal governo francese relativamente all’assemblea dei prelati a Poissy corrisposero altre azioni adatte a distruggere sempre più le speranze, che nel suo temperamento sanguigno nutriva Pio IV. Per quanto pure si sforzasse per coprire il vero scopo della sua politica, Caterina de’ Medici vedeva tuttavia quasi sempre riferita a E orna la reale situazione delle cose. Ciò non poteva essere avvenuto che per mezzo del nunzio Gualterio ; e poiché anche l’inviato spagnuolo Chantonnay spediva di frequente dispacci a Eoma, essa sospettò segrete relazioni fra i due. Per scoprirle fece intercettare ed aprire le lettere dei diplomatici ! Pio IV elevò in concistoro lagnanze su questo vergognoso procedimento e minacciò di non ricevere più l’ambasciatore francese qualora non fosse restituita la corrispondenza rubata.3 In breve giunsero anche altre cattive notizie di Francia. A Pontoise la nobiltà e il terzo stato domandarono sospensione di qualsiasi persecuzione dei calvinisti e celebrazione di un concilio nazionale; per diminuire il disagio finanziario sostennero la confisca dei beni ecclesiastici.4 A quest’ultimo progetto si mostrava propenso il governo, che inoltre persisteva nel suo proposito di abolire le annate e differiva l’invio dei prelati a Trento. Con tutto ciò l’assemblea di Poissy si trasformò in una conferenza religiosa coi calvinisti. Dalle più diverse parti accorsero i predicanti, per lo più preti cattolici apostati. Il 23 agosto arrivò alla corte a St.-Germain-en-Laye anche Teodoro Beza, il più importante collaboratore di Calvino. Il ricevimento fattogli non avrebbe potuto essere più solenne se fosse comparso il papa in persona. Egli potè tosto predicare nell’abitazione di Condé. La sera il Navarra lo condusse da Caterina de’ Medici e Carlo IX, che 1 Vedi Soldan I, 439; Lettres eie Cath. de Médicis I, 604. 2 Vedi la relazione di Gualterio del 7 agosto 1561 presso Susta I, 227 s. 3 Pio IV, che « ad ogni prezzo » voleva evitare una rottura colla Francia, si lasciò tranquillare più facilmente che la Spagna tanto che Carlo IX dovette sconfessare sua madre. Vedi Ruble III, 163 s.; 165 s.; Susta I, 239. 4 Vedi Soldan I, 464 s. Pastor, Storia dei Papi, VII. 25