388 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 8 6. Orléans.1 Mentre andava per le lunghe il disbrigo di questa faccenda, egli ottenne in breve che si abbandonasse la pubblicità avutasi fino a quel punto della conferenza di religione. Anche il re da indi in poi non intervenne più alle sedute. L’ambigua formula transattiva fissata il 29 settembre sulla Eucarestia causò grande letizia in corte, ma fu respinta dalla Sorbona. L’assemblea dei prelati di Poissy propose il 9 d’ottobre il bando di tutti quei predicanti che si rifiutassero di sottoscrivere la professione cattolica sull’Eucarestia. D’altra parte essa si addossò per i prossimi 16 anni la somma di 3 7 milioni di lire per l’ammortizzamento del debito statale. In seguito a ciò il governo promise il mantenimento della religione cattolica in tutto il regno.2 Contemporaneamente sollecitò, almeno in apparenza, l’invio di deputati al concilio di Trento. Questo lo si dovette non solo all’insistenza d’Este, ma ancor più all’atteggiamento minaccioso di Filippo II, che alla metà di ottobre fece dichiarare a Caterina essere quella l’ultima volta che le consigliava di abbandonare l’usata tolleranza dei calvinisti e di mettersi sulla via del rigore e allora stesse certa del suo aiuto; altrimenti dovere lui prestarlo a coloro che pregavanlo in favore della conservazione dell’antica religione poiché la protestantiz-zazione della Francia esponeva a rischio la Neerlandia e la Spagna.3 Caterina, che nulla più temeva di un’intromissione della Spagna, ne fu spaventata fuor dell’ordinario. Il 18 ottobre emanò l’ordine della restituzione di tutte le chiese prese dai calvinisti, prorogò le trattative per la riunione, che erano senz’altro prive di speranza, e solennemente promise che avrebbe fatto intervenire al concilio un buon numero di prelati ed un suo inviato speciale.4 Ora finalmente Este ottenne anche, malgrado il rifiuto di L’Hópital, che le sue facoltà venissero riconosciute mediante l’impressione del sigillo di stato.6 Soltanto dopo questo successo egli diede informazioni al papa a mezzo dell’abbate Mquet. Pio IY però fidava tanto meno sulla piega intervenuta in Francia per la ragione che l’ambasciatore francese presentò la preghiera che si concedesse il calice ai laici.6 Niquet, che era atteso ardentemente a Roma, non vi giunse che il 14 novembre 1561. A nome di Este pregò di mantenere la politica seguita, di continuare le trattative per guadagnare il Navarra e di fare concessioni come il calice ai laici, poiché nulla frutterebbe la forza. La minuta esposizione, che il fiduciario di 1 Vedi Ruble III, 206, 212: Susta I, 298. 2 Vedi Soldan I, 500 s„ 512 s.; Ruble III, 186 s. Cfr. anche Cauchie, Les assemblées du clergé en France in Bemie des sciences philos, et théol. II, 74-95- 3 Vedi Hilliger, Katharina 251: Soldan I, 518; Ruble III, 294 s.; Susta I, 262-264. 4 Vedi Mém. de Condé II, 520; Soldan I, 524 s.; Susta I, 297. 5 Vedi Ruble III, 213; Lettres de Gath, de Médicis I, 247. “Vedi Le Plat IV, 727 s.; Susta I, 95.