Morte dei legati Gonzaga e Seripando. Pretese dell’ imperatore. 225 rale dei Gesuiti da poco tornato da Mantova, ove il cardinale avevaio mandato per la fondazione d’un collegio della Compagnia di Gesù. 1 Nalla congregazione dell’8 marzo anche Seripando fu colpito da una pericolosa malattia, che ne produsse la morte il 17. Il celebre generale degli Agostiniani morì piamente come aveva vissuto. Insistette di ricevere il Viatico completamente vestito e ginocchioni. Perchè certe opinioni da lui in precedenza sostenute sul peccato originale e sulla giustificazione avevano scossa in parecchi la fiducia nella completa purezza della sua fede, il moribondo prese occasione di tornare a recitare uno a uno in presenza dei più eccellenti teologi gli articoli del Credo e di giurare che li aveva creduti senza dubbio alcuno.2 Più di tutti fra i membri del concilio deplorarono la perdita dei loro collegi, egregi per tante magnifiche doti, i due legati superstiti Hosio e Simonetta. Essi sentirono tanto più gravemente la responsabilità pesante sulle loro spalle perchè continuavano con non diminuita forza le disparità d’opinioni sul rapporto tra primato ed episcopato e sull’obbligo della residenza e facevansi di giorno in giorno più pressanti le richieste di riforma da parte dei francesi e dell’imperatore. A tutti questi imbarazzi s’aggiunsero pure la penuria di denaro causata dalla morte di Gonzaga 3 e lo scoppio di sanguinose zuffe tra la servitù dei prelati francesi, spagnuoli ed italiani, per cui dal 9 al 15 marzo fu anzi impedito che si tenessero congregazioni. 4 Frattanto l’imperatore, la cui commissione teologica a Inns-bruck occupavasi della compilazione d’un nuovo, il secondo, libello di riforma, 5 aveva diretto il 3 marzo due lettere al papa, che suscitarono grande inquietudine in Curia. 6 L’una delle lettere 7 che venne comunicata anche agli inviati imperiali a Trento, ai legati, al cardinale Guise ed altri, chiedeva in generale la riforma. Esprimeva il rammarico dell’imperatore per il non soddisfacente esito del concilio e pei rumori correnti, che il papa in- 1 Cfr. Bondonus 565; Mendo<;a 672; Pogiani Epist. Ili, 258; Pallavicini 20, 6, 1-3; Siokel, Konzil 439; Beiträge I, 52; Giuliani 119; Susta III, 253 s., 257 s.; Astrain II, 187 s. 2 Vedi Bondonus 565 s.; Mendo§a 674; Pallavicini 20, 7, 6-8; Zeit sehr, jür Kirchengesch. V, 615 s.; Susta III, 263 s.; 277; Merkle II, lxxi s., ove anclie. dettagli sul sepolcro e il testamento del cardinale. 3 Vedi Susta III, 282 s. > 4 Cfr. Theiner II, 256; Bondonus 565; Mendoca 673 s.; Siokel, Konzil 468, 5 Ofr. Steinherz III, 209 ss.; Kröss 621 s.; Kassowitz 180 s. 6 Cfr. Sickel, Konzil 455; ibid. 452 s. la relazione di Arco sulle dichiarazioni di Pio IV dopo il ricevimento delle lettere dell’imperatore. 7 Vedi Raynald 1563, n. 34; Le Plat V, 690. Cfr. Kröss 625 s.; Stein-BSRZ HI, 234 s. Pastok., Storia dei Papi, VII. 15