Accordi raggiunti al concilio. 241 fermi sul punto, che l’istituzione e giurisdizione dei vescovi fosse di diritto divino e perciò dovesse dichiararsi. A causa della estensione delle loro diocesi e della ricchezza dei loro benefìci essi speravano tutto da un corroboramento della podestà vescovile, e sarebbero diventati volentieri papi nelle loro diocesi ; cercavano di sminuire al possibile l’autorità dei cardinali. Gli italiani e con essi solo pochi vescovi spagnuoli e francesi ed i vescovi di altre nazioni presenti in numero molto lieve, quasi senza eccezione stettero in favore del potere e dell’autorità della Santa Sede.1 In queste controversie condotte con estrema violenza si intromisero anche gli interessi mondani : tuttavia da ultimo gli inviati imperiali, conformemente all’accordo raggiunto da Morone, lavorarono perchè si astraesse dalle questioni teoriche sulle quali non era possibile un accordo. L’opinione di Pio IV fu che fosse meglio non prendere una decisione sulla questione della giurisdizione e sull’altra del primato universale, anziché prendere soltanto una mezza deliberazione, che più tardi offrirebbe occasione a litigio. 2 Fin dall’aprile i legati avevano scritto a Eoma non esservi altra uscita che quella di girare i punti controversi e di parlare nel capitolo dottrinale e nei canoni esclusivamente della podestà d’ordine, ma non della giurisdizione. Già prima Lainez aveva proposto questa soluzione. 3 Finalmente ai primi di luglio si venne a un’intesa su questa base. Anche pel decreto sulla residenza si trovò ai 7 di luglio una redazione soddisfacente, che in sostanza concordava con quella abbozzata un tempo dal Cardinal Gonzaga. Di diritto divino ivi non era parola. Il 9 luglio ebbe luogo una congregazione generale, in cui si riuscì ad ottenere 227 voti a favore dei decreti così formulati. Non furono chiesti che lievi cambiamenti, della cui inserzione furono incaricati l’arcivescovo Marini di Lanciano e il vescovo di Modena Foscarari come teologi, l’arcivescovo di Rossano Castagna e l’uditore di Rota Gabriele Paleotto come canonisti. 4 Questo felice risultato, in virtù del quale poteva finalmente tenersi la 23a sessione, ripetutamente prorogata dal 22 aprile prima al 20 maggio, poi al 15 giugno e da ultimo al 15 luglio, 5 fu dovuto principalmente al mutamento compiuto dal cardinale Guise, il capo dei vescovi francesi. Ancora ai 29 di giugno, nell’occasione della scandalosa contesa 1 Vedi la classica lettera dei legati, già usata da Palla vicini, sui singoli groppi nazionali a Trento, del 14 giugno 1563, presso Susta IV, 64 s. 2 Vedi Pallavicini 21, 11, 1. 3 edi Grisar, Primat 779 s. 4 Vedi Pallavicini 21, 11, 4; Susta IV, 111, 121 s. Su G. Paleotto vedi Merkle in-Bòro. Quartalschr.XI, 336 s., su G. B. Castagna, Studi dot. IX, 229 s. 5 Vedi Theiner II, 263 s., 279, 298 s. Pastor, Storia dei Papi, VII. 16