160 Pio IV. 1559-1565. Capitblo 4 h. finalmente fosse convocato un concilio ecumenico, ma si prese scandalo per le parole « sotto revoca di qualsiasi sospensione » e si espresse il timore che i protestanti e per riguardo ad essi anche i cattolici di Germania non riconoscerebbero un concilio, che aveva come presupposto la validità dei decreti precedenti. Si decise quindi di differire la risposta fino a che si conoscesse il contegno dell’imperatore. L’inviato a Vienna, Bochetel, vescovo di Rennes, doveva trattare con lui il negozio. Qualora Ferdinando non accettasse la bolla, intendevasi di domandare in società con lui un cambiamento al papa. Per questo caso l’inviato a Roma, Bourdaisière, ricevette l’istruzione di accordarsi col rappresentante dell’imperatore.1 Mentre così il governo francese elevava difficoltà perchè la bolla accennava alla continuazione del concilio tridentino, in Ispa-gna s’era malcontenti perchè questa continuazione non era pronunziata espressamente e chiaramente. iTel loro grande zelo per la fede cattolica Filippo II ed i suoi consiglieri temevano che Pio IV potesse cedere ancor più ed. allo scopo di guadagnarsi i protestanti permettere una nuova discussione dei deliberati già presi. Tuttavia non poteva essere difficile tranquillare a questo riguardo Filippo II : il pericolo maggiore stava nella possibilità che il governo francese si accordasse coll’imperatore, chè allora i due uniti sarebbero stati in grado di imporgli la loro volontà nel negozio del concilio.3 In sè e per sè fra tutti i prìncipi Ferdinando I aveva meno di tutti ragione a lungaggini, essendo che s’era soddisfatto il suo desiderio di non pronunziare apertamente la continuazione del concilio, ma la costante paura dell’imperatore d’un attacco da parte dei protestanti, che inducevalo a prendere riguardi addirittura pericolosi, doveva anche questa volta non permettergli di dichiararsi coraggiosamente per il concilio.3 Pio IV elesse a latore della bolla del concilio all’imperatore Govanni Commendone, vescovo di Zante, che nello stesso tempo doveva intimare il concilio ai principi ecclesiastici e laici nella Germania inferiore, nel Belgio e paesi del Reno, spettando di percorrere allo stesso scopo la Germania media e superiore a Zaccaria Delfino, vescovo di Lesina. Al fine di dare la più vasta estensione all’invito al concilio, il papa pensò di far visitare dai 1 Cfr. Le Plat IV, 668 s.; Paij.avicini 15, 1, 5 s.; Reimann, TJnterhand-lungen 614 s.; Sickel, Kanzil 154, n. 2 Quanto ciò temesse il papa appare dalla * relazione di Cusano dell’11 ge-naio 1560, Archivio di Stato a Vienna. 3 Molto giustamente osserva Steinherz (I, xci) che nulla è più significativo per la paura, con cui Ferdinando I volgeva lo sguardo sui protestanti, del fatto che non volle pubblicare a Vienna la bolla d’indulgenza del 15 novembre perchè v’era menzionata la e')nturnazione del concilio.