148 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 a. Le notizie venute nel frattempo di Francia avevano prodotto in Eoma crescente inquietudine. In principio il papa aveva tuttavia sperato di ottenere qualcosa mediante condiscendenza e s’era dichiarato disposto, per agevolarlo più rapidamente, a convocare il concilio, ove necessitasse, a Vercelli.1 Ma quando ai 21 di settembre lettere dal cardinale Tournon annunciarono la convocazione del concilio nazionale pel 20 gennaio 1561, Pio IV si vide costretto ad azione più decisa.2 Il 22 settembre conferì coi cardinali,3 il giorno seguente chiamò presso di sè gli inviati, ad eccezione del francese,4 comunicò loro le notizie avute dal Tournon e dichiarò d’essere ora costretto a togliere la sospensione del concilio Tridentino senza pronunziarsi sulla validità o invalidità dei decreti anteriori. Qualora Trento risultasse non adatta, il concilio potrebbe più tardi trasferirsi a Vicenza, Mantova o Monferrato. Pur volendo egli procedere dolcemente e amichevolmente cogli apostati dalla fede, costoro in simile negozio non dovrebbero impartire ordini alla Santa Sede, ma avrebbero piuttosto da riceverne. Gli inviati ricevettero l’ordine di comunicare ciò ai loro principi e di esortarli ad aiutare il papa. Soltanto il rappresentante dell’imperatore, Prospero d’Arco, sollevò obiezioni, che Pio IV rintuzzò vigorosamente. Gli altri più o meno consentirono.5 In conseguenza ai 24 di settembre fu spedita dal Cardinal Borromeo una nuova commissione al nunzio Delfino di indurre l’imperatore ad aderire alla revoca della sospensione del concilio di Trento.6 Lo stesso dì Pio IV fece forti rimostranze all’inviato francese Bourdaisière per il contegno della Francia ; a sua preghiera però promise che intendeva attendere ancora 14 giorni od un mese fino a che Francesco II avesse parlato col cardinale Tournon e dategli nuove notizie.7 All’inviato imperiale Arco il papa ai 25 di settembre diede la tranquilla assicurazione, che solo la 1 Cfr. Voss 96 s.; ibid. sugli sforzi allora di Pio IV per la riforma, in. particolare circa la residenza dei vescovi. Cfr. Massarelli presso Merkle II, 347 s.; Laemmer, Melet. 212 s., e le * relazioni di G-. B. Bicasoli del 2, 4, 12 e 13 settembre 1560, Archivio di Stato in Firenze. La bolla de residentia episcoporum del 4 settembre 1560 nel Bull. Boni. VII, 55 s. Sulle inquietudini in Boma cfr. anche la relazione dell’inviato portoghese del 22 agosto 1560 in Corpo dipi. Portug. IX, 33, 35. 2 Gli avvenimenti in Francia, a giudizio di Beimann (Hist. Zeitschrift XXX. 29), « dovevano ferire Boma ». 3 Si deliberò d’ordinare a Tournon di recarsi alla corte francese per giovare ivi secondo la possibilità: non s’atteggiasse però a legato. Voss 98. Ehses Vili, 58, n. 5. Cfr. ibid. 71 s. la lettera di Pio IV a Tournon. 4 Per la controversia coll’ambasciatore spagnuolo circa la precedenza. 6 V. la relazione di Arco del 24 settembre presso Sickel, Konzil 95 s., e la relazione, che la completa, di Vargas del 25 presso Voss 98 s. 6 Steinherz I, 115. ’Vedi Voss. 101 s.