Il duca Cosimo I di Toscana. 507 La piena disgrazia in cui cadde presso il suo governo l’ambasciatore Mula destituito dal suo posto ed esiliato per avere contro le leggi venete accettato il cardinalato, 1 non causò mutamenti sostanziali a questo proposito: la repubblica dei dogi fu onorata in ogni guisa e ricevette ripetutamente favori. 2 Dal canto suo il governo di Venezia tenne bensì fermo al suo diritto statale di vigilanza sui tribunali dell’inquisizione, ma non mancò di procedere contro le eresie facentisi notare nel suo territorio. 3 Molto condiscendente in cose dell’inquisizione fu in generale Cosimo I duca di Firenze. 4 Tutti gli inviati rilevano in quale intimità stesse il papa con lui. 5 Cosimo si era ripromesso l’adempimento delle sue ambiziose brame, in particolare anche il titolo di re, perchè, come tutti gli altri, valutava al di sotto del suo valore l’indipendenza del cardinale Gian Angelo de’ Medici. 6 Potè tuttavia essere contento di quanto ottenne. Già la prima promozione cardinalizia fruttò al figlio suo Giovanni il cappello cardinalizio. Durante la sua dimora a Eoma nel novembre e dicembre del 1560 il papa non fece mancare attenzioni a suo riguardo: al mediceo, che aveva buon gusto per l’arte, donò la magnifica colonna che ora sta sulla Piazza Trinità a Firenze, ed 'Vedi Girol. Soranzo 100 e Giac. Soranzo 139; IIilliger 115. 2 Vedi Girol. Soranzo 115 ss. Solo verso la fine del pontificato di Pio IV avvenne un raffreddamento delle relazioni in seguito al malcontento del papa pel contegno di Venezia durante il concilio ed al rigido mantenimento della disgrazia contro Mula (cfr. Girol. Soranzo 151 ss.; 156 ss.; v. anche Bollett. stor. d. Svizz. Ital. 1900, 15). Ma allora pure Pio IV concesse grazie e mostrò la sua buona volontà donando il Palazzo di Venezia (10 giugno 1564). Veramente qui fu decisivo il segreto pensiero, che la ricca repubblica dei dogi perfezionerebbe completamente l’incompleto edifizio abbellendo Eoma, una speranza che non si compì. Cfr. le diligenti notizie presso Dengel, Der Palazzo di Venezia 103 ss., a complemento delle quali sia comunicata qui anche la * relazione di Fr. Tonina del 5 luglio 1564: « Dominica mattina pross.il passata l’ambasciatore di Venetia fu a pigliare il possesso del palazzo di S. Marco in nome della S."ul S.U| come donatagli da S. et qui si oppose il card.16 Pisani qual dice ch’egli ha havuto et ha poco rispetto, et che non se ha potuto fare questa donatione in pregiudicio suo, mentre che vive per il decreto et ordine di Paolo II veneto che lo edificò et volse che sempre cedesse a beneficio del più vecchio cardinale venetiano, et ancora non si è potuto esso r."10 Pisani acquetare ». Archivio Gonzaga in M a n t o v a. V. anche la * relazione di G. Cusano del 17 giugno 1564, Arch i-vio domestico, di Corte e di Stato in Vienna. 3 Vedi de Leva, Degli eretici di Cittadella, Venezia 1873, 65 s. Cfr. Ben-Rath 63 s., 89 s.; Elze in Rivista crist. Ili, 20 s. Su anabattisti nel Veneto v. Theol. Studien und Kritìken LVIII (1885), 38 s. Per Vicenza vedi Susta IV, 93, 99, 118, 143; per Padova ibid. 143 e Arch. stor. Ital. ser. 5 XV, 417; per Verona Pallavicini 24, 9, 3. 1 Sull’Inquisizione in Toscana cfr. Le Bret Vili, 548 s.; Hinschius VI, 338. 5 Vedi Mocenigo 60 s.; Girol. Soranzo 111 s.; Giac. Soranzo 152 s. 6 Vedi Susta, Piws IV. 64, 66 s.