La libertà del concilio ; suo rapporto col papa. 309 b. Mentre il concilio stava radunato, da parte gallicana era stato rinfacciato a Pio IV che egli ne scemasse la libertà, incolpazione, che per la nota facezia del Lansac 1 raggiunse una specie d’immortalità. Ma dal seno stesso del concilio venne risposta, 4 che con tali chiacchiere non solo intaccavasi l’onore del concilio, ma potevano provocarsi addirittura dei dubbii sulla sua validità. Ove il papa non avesse parte al concilio, non ci sarebbe un vero concilio e nulle e invalide sarebbero le deliberazioni conciliari, come è dimostrato nell’antichità cristiana dall’esempio del così detto latrocinio del 449. Coloro che così parlano, essere partiti dal falso principio che non per disposizione di Dio sia capo e presidente dei concilii il papa, pel quale è specialmente la promessa dell’infallibilità in cose di fede. Da questa falsa massima derivare l’opinione, che si possa escludere il papa dal concilio e che non debban correre staffette fra Trento e Roma per udirne il giudizio. Di fatto giusta i principii cattolici il papa è il capo dei vescovi; lo è se i vescovi dimorano separati nelle loro diocesi, lo è precisa-mente alla stessa guisa se sono riuniti nel concilio. L’opinione che una riunione di vescovi possa indipendentemente dal papa dar leggi anche al papa, non è che una eco delle teorie spuntate nel secolo xv, delle quali nulla sanno le fonti della fede e l’antichità cristiana. Alcuni dicono, così Pio IV in una lettera autografa a Filippo II, 3 che il concilio non sia libero, perchè vogliono un concilio ugonotto o protestante o luterano. In realtà esso è talmente Ubero, ed ognuno dice e propone quanto gli venga in mente da nàscerne grande confusione: alcuni anzi sono divenuti addirittura insolenti e sembra che non mirino ad altro se non alla distruzione della Sede romana. Egli quindi proseguirebbe tranquillamente e provvederebbe a una riforma in stile rigorosissimo, che farebbe gridare alto tutta la Curia. 'Lansac a de Lisle, 19 maggio 1562, presso Le Plat V, 169: «(qu’) il luy plaise laisser les propositions... libres, sans y prescrire aucune limite, ny envoyer le S. Esprit en valise de Rome icy » (cfr. Pali, a vicini 16, 10, 12). Simile facezia fu già usata nel conclave di Giulio III; cfr. il nostro vol. VI, 23, n. 1. 2 II vescovo di Tortosa Martino de Cordoba de Mendoça, al segretario Gonzalo Perez da Trento 20 agosto 1562 in Collección de documentes inéditos IX, 278. Le spiegazioni di Cordoba si riferiscono per l’appunto al motto di Lansac que Su Santidad envia el Espiritu Santo acà en baliia. 3 II 1° giugno 1562 (Collección de docum. inéd. IX, 243 d.): « Circa il concilio sapemo che alcuni dicono che non è libero, perchè vorriano que el fusse ugonotto o protestante o luterano... Provedendo d’ogni reformatione conveniente etiam rigorosissima et che fa gridare tutta la corte ». Cfr. Pio IV a Filippo II il 23 maggio 1562 (ibid 197 s.).