Sulla riforma del Collegio cardinalizio. 255 ottobre ai padri del concilio, che tornarono a discuterne dal 2 all’8 novembre in 11 congregazioni. La fissazione definitiva ebbe luogo il 9 e 10 novembre. 1 Grande parte in questo favorevole risultato ebbe il cardinale Guise tornato da Roma il 5 novembre. 2 Non lo sgomentò il fallimento dei suoi sforzi nel tragitto per Venezia onde indurre al ritorno a Trento gli inviati francesi colà soggiornanti. 3 Gli elogi che nella congregazione generale dell’8 novembre tributò allo zelo di Pio IV per la riforma, corrisposero alla favorevole descrizione della condizione delle cose a Roma, che prima di lui aveva schizzata il rigido arcivescovo di Braga ritornato egualmente dall’eterna città. 4 Offrì un seria difficoltà nelle discussioni della riforma generale la richiesta avanzata dalla, maggioranza dei padri, che un capitolo speciale stabilisse la riforma del Collegio cardinalizio. Gli altri padri del concilio, che v’erano contrarii, opinavano che tale oggetto dovesse rimettersi al papa.- Come è facile comprendersi, quella pretesa suscitò grande eccitazione in Curia. I due cardinali Farnese scrissero secondo il sentimento di tutto il Sacro Collegio al Morone rimproverandolo fortemente che permettesse l’aggravamento della Curia e del Collegio cardinalizio colla più dura delle riforme mentre rimanevano risparmiati i principi. Morone, che doveva il cardinalato a papa Farnese, rispose lealmente, giustificando la necessità della sua condotta e confutando esagerati timori. 5 L’opposizione degli influenti Farnese accrebbe il dissidio regnante a Trento circa il modo, col quale fosse da decidere la faccenda. Era sommamente diffìcile colpire il giusto mezzo fra i due estremi. Morone trovò da ultimo un espediente: accolse la riforma dei cardinali fra quella dei vescovi, potendosi a ragione ritenere che costoro decidendo la loro stessa causa eviterebbero eccessivi rigori. Col progetto conciliativo di Morone fu inoltre girato un altro scoglio ; che nascessero nuove discussioni sulla mutua relazione tra papa e concilio. 8 Dall’ultima congregazione generale del 10 novembre, alla quale vennero nuovamente sottoposti tutti i canoni e decreti, si esclusero tutti coloro a cui non spettava il diritto di voto: nelle altre congregazioni generali erano stati ammessi i teologi più importanti. Furono primieramente presentati i canoni e decreti sul 1 Vedi Tkeiner II, 429-462; Meudoya 705 8. 2 Cfr. Paleotto presso Theiner II, 673; Pallavicini 23, 6, 12. 3 Vedi Baguenault de Puchesse 370. 4 Vedi Tkeiner II, 440, 457; Pallavicini 23, 7, 7, e 9; Susta IV, 367. 5 Vedi Pallavicini 23, 7; SägmÜller, Papstwahlbtillen 171 s. 6 V. la Relazione sommaria in, Zeitschr. für Kirchengesch. Ili, 657; Säg- mÜller loc. cit. 174.