378 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 8 6. Chiesa universale : ad ogni modo era strano e sospetto che allora egli come il poco sicuro cancelliere de L’Hôpital promuovesse un concilio nazionale. L’inviato veneto Michele Soranzo ha espresso l’opinione che col concilio nazionale Guise non abbia voluto che gettar polvere negli occhi degli amanti di novità.1 Quali che siano state le ultime mire del cardinale, 2 il suo contegno nella questione del concilio ebbe cattive conseguenze. Se anche in novembre mutò rotta e sacrificò il sinodo nazionale, la sua politica aveva tuttavia talmente animato gli Ugonotti, che nei luoghi, dove erano i più forti, maltrattavano i cattolici e cacciavanli dalle loro chiese.3 Già allora minacciarono anche Avignone. Condè ordì poscia una nuova congiura per la rovina dei Guise, ma anche questa venne scoperta e condusse all’imprigionamento ed alla condanna del principe. La sua esecuzione era imminente quando la morte di Francesco II avvenuta il 5 dicembre 1560 mutò del tutto la situazione. 4 Di nuovo salì sul trono un ragazzo, l’appena decenne Carlo IX, ma il timone dello stato passò nella mano tutt’altro che ferma della regina madre Caterina de’’ Medici. Questa donna straordinaria s’è intromessa nella storia di Francia in modo altrettanto profondo che infausto. Essa possedeva tutti i pregi e debolezze della famiglia sua. Geniale, amante dell’arte e del fasto, animata da un instancabile impeto d’attività, la sua condotta fu sempre dominata da quella prudenza medicea angosciosamente circospetta, che è tanto caratteristica per il suo prozio Leone X. Come questo papa, al quale anche fisicamente somigliava molto, Caterina era di estrema irresolutezza ed insieme molto timida e superstiziosa. Docile discepola di Machiavelli e maestra perfetta in fatto di mancanza di veracità, essa non rifuggiva neanche dall’uso dei mezzi peggiori per mantenere la sua signoria. A ragione 1 Vedi Alberi I, 4, 132. 2 Ranke (Franzo sische Gesch. I2, 211) non si Ma di Soriano e opina essere evidente che il cardinale « solo di malavoglia e mezzo costretto » aderì « alla convocazione di assemblee deliberative ». Similmente Marcks, Coligny 386. S’è occupato per la minuta della condotta del cardinale Guise verso la Santa Sede Dembinski nella sua dissertazione sulle relazioni di Francia colla Santa Sede durante il governo di Francesco II (v. Extrait dw Bwlletin de VAcad. des Sciences de Gracovie, Février 1890), ma egli pure non potè illuminare completamente il mistero. Dembinski prese come sua base la corrispondenza dell’inviato francese a Roma Babou de la Bourdaisière, vescovo di Angoulème (v. * F. frane. 16038 e V. Colbert 343 della Biblioteca Nazionale in Parigi; l’edizione, che uscì a Reims nel 1859, è incompleta e spesso non esatta). Cfr. ora anche la ■corrispondenza fra Morone e Guise presso Ehses Vili, 139 s., 189 s. 3 Vedi Philippson in Weltgeschichte di Flathe VII, 363. 4 Vedi Ruble II, 326 s., 354 s., 360 s., 400 s., 413 s., 425 s. La notizia della morte di Francesco II, che rinforzò le speranze dei Calvinisti (vedi Marcks, Coligny 422), non può essere arrivata a Roma solo il 18 dicembre, come sostiene Sickel (Konzil 153), poiché fin dal 14 dicembre Pio IV fece le sue condoglianze a re Carlo IX; vedi Raynald 1560, n. 83.