164 alle presunte recenti conquiste (1). La delusione aveva lasciato amaro risentimento contro i supposti autori di ingannevoli promesse. Essi, si diceva, avrebbero sorpreso la buona fede degli uomini politici del regno, e poi l’avrebbero tradita. Tanta colpa forse non ebbero, vittime essi stessi della propria incostanza politica e della loro ambizione. Ansiosi di liberarsi da troppo stretto controllo e forse di sottrarsi alle conseguenze, che potevano ricadere sopra il territorio nazionale in seguito ad atti inconsulti della squadra bizantina, avevano procurato di affrettarne la partenza con manifeste sobillazioni. Nell’ ebbrezza di infrangere la tirannia navale straniera, accettata con tanti onori, e prima e dopo la partenza della squadra non dissimularono la loro simpatia per i Franchi. Questa si trasformò in amicizia, poi in sudditanza. Nella primavera dell’810 re Pipino mosse con la squadra e l’esercito all’occupazione delle terre bizantine dell’Adriatico (2) per prevenire e per reprimere ulteriori attacchi da parte avversaria, dopo l’esperienza fatta l’anno precedente. Non senza opposizione sottomise i lidi veneti e ricevette l’omaggio da parte dei duchi (3) : poi diresse la squadra (1) Annales regni Francorum, ed. cit., p. 130 : Sed cum Paulus Cefalo-niae -praefectus cum orientali classe ad auxilium Dalmatis ferendum adventaret, regia classis ad propria regreditur. (2) Annales regni Francorum., ed. cit., p. 130. (3) Annales regni Francorum, ed. cit., p. 130. Quale sia stata 1’ area di occupazione militare è difficile accertare. Il cronista francese parla genericamente : subiectaque Venetia; il diacono Giovanni (Chronicon cit., p. 104) la limita ad Albiola, nulla racione in antea pertendere gressum valuti. Costantino Porfirogenito (De adm. imp., c. 28) fa centro di tutta l’azione militare Mala-mocco. Anche la leggenda, confusa, disordinata e fantastica, sembra raggruppare lo sviluppo delle operazioni sopra il lido metamaucense, con qualche propaggine a Rialto, al porto di Lido e anche a Grado (Origo cit., p. 93 sgg.). Certamente tentativi di sbarco furono paventati, forse anche operati. Il patriarca Fortunato, fra le opere benefiche da lui compiute (Ughelli, Italia sacra, V, 1101 ; Documenti cit., p. 77), ricorda la ricostruzione della chiesa di S. Peregrino, quam Oradisani in illorum peccati fundamenta everterurti prò timore Fran-chorum. Ma forse una effettiva occupazione di questo e di altri territori della laguna settentrionale non era stata compiuta, anche se la squadra franca vi aveva fatto passeggera comparsa, analoga a quella dei territorii meridionali fino ad Albiola e a Malamocco. (Cfr. il c. 32 del pactum Lotharii, in M. G. H., Capit., II, 133 ; Documenti cit., I, 108).