La sentenza contro i Carafa. 125 capitò precisamente abbastanza a tempo per suscitare nei non meglio iniziati l’apparenza che il re proteggesse il cardinale, ma troppo tardi per trattenere il papa sulla via una volta presa. Quando Vargas il 2 marzo rimise la lettera, Pio IV rispose con parole sulle generali :■ respinse la proroga del concistoro.1 Com’era stabilito, il concistoro fu tenuto ai 3 di marzo. Durò otto ore. Dietro proposta del procuratore fiscale il governatore presentò un estratto degli atti processuali eseguiti contro il cardinale Carlo Carafa, il duca di Paliano, il conte d’Alife e Lio-nardo di Cardine, la cui lettura portò via sette ore, e parlò a favore della condanna degli accusati. L’enumerazione dei delitti dovette fare impressione. Più d’un cardinale, che s’era proposto di dire una parola a favore di Alfonso o Carlo Carafa, s’mmutolì. Soltanto Este tentò di confutare l’accusa per la lega conclusa colla Francia, ch’egli conosceva esattamente. Letto l’estratto degli atti il papa, dicendo che pronunziava la sentenza definitiva, consegnò al governatore un rotolo sigillato, che doveva aprirsi solo dietro ordine speciale. A questo punto alzaronsi i cardinali Carpi, Farnese, Este, Crispi e Savelli a pregare che non si lasciasse valere il pieno rigore e s’avesse riguardo alla dignità del Sacro Collegio. La loro intercessione rimase senza frutto come un nuovo tentativo di Vargas d’indurre Pio IV a mitezza. 2 Quest’ultimo passo avvenne ai 4 di marzo, quando alla presenza degli avvocati fu aperto il rotolo sigillato, che conteneva la condanna a morte pel cardinale Carlo Carafa, pel duca di Paliano, pel conte d’Alife e Lio-nardo di Cardine.3 In ogni caso tutti quattro avevano meritato la morte a causa dell’assassinio della duchessa. È permesso invece discutere sulla legittimità di altre accuse, come in ispecie quella di lesa maestà rinfacciata a Giovanni e Carlo Carafa. 4 Fu pronunciata la confisca sui beni dei condannati. 5 1 Cfr. Hillinger 17 e Ancel, Disgrâce 151 s. Il tenore della lettera di Filippo II dell’11 febbraio 1561 presso DÖllingeb, Beiträge I, 353. 2 La migliore relazione sul concistoro trovasi nella * lettera di Vargas del 14 marzo 1561 (Archivio in Simanca s), usata da Ancel loc. cit. 152. Cfr. anche la relazione di N. Tiepolo presso Nabducci, Cat. I, 322, la relazione fiorentina in Arch. stor. liai. XII, 297-298, n. e * quella alquanto discrepante di Fr. Tonina del 5 marzo 1561, Archivio Gonzaga in Mantova). V. App. n. 20 ; cfr. n. 19 (* Acta consist. Cam., Archivio concistoriale). Gli Acta comist. presso Gulik-Eubel 38 danno relazione laconicissima, come pure Massa-belli (appo Mebkle II, 352). 3 * Relazione di Mula del 6 marzo 1561, Archivio di Stato in Venezia Vedi Ancel, Disgrâce 153. Cfr. anche la relazione di Tiepolo loc. cit. ’Sulla questione della reità cfr. Gnoli in Nuora Antol. XIX (1872), 813 s. Giustamente Benbath rileva che anche dopo detratte le cose dubbie rimase abbastanza ; v. Realenzyklopädie di Herzog XV3, 437 s. 5Non è stata finora trovata la sentenza contro il cardinale Carlo; probabilmente fu distrutta quando si rivide il processo. La condanna a morte contro il duca di Paliano e i due soci, in data 4 marzo 1561, presso Gobi, Archivio. II, 260 s.