Filippo II insaziabile nelle sue pretese col papa. 519 Anche ora Filippo II non fu affatto contento, sebbene ne avesse ogni ragione, poiché secondo Paolo Tiepolo colla Crurada e il Sussidio ritraeva nel 1563 750,000 ducati annui che doveva attribuire unicamente al buon volere di Pio IV. Quanto lievi furono invece le donazioni finalmente fatte ai nepoti papali dopo lunghe trattative e dilazioni volute a bella posta !1 Secondo una memoria romana composta poco dopo la morte di Pio IY, allora la somma totale delle entrate ecclesiastiche affluenti a Filippo II per concessione papale importava 1,970,000 ducati d’oro all’anno ! 2 I rappresentanti degli altri stati, specialmente l’ambasciatore veneto, vedevano con gelosia ed invidia quali vantaggi venivano concessi dal papa al re di Spagna: basta solo che Filippo II faccia una domanda, pensavano essi, perchè gli sia accordata.3 Ma sbagliavano se credevano che Pio IY fosse diventato un istrumento totalmente docile nelle mani del re spagnuolo. Che ciò. non avvenisse diedesi la cura lo stesso Filippo II perchè quanto più dimo-stravasi condiscendente il papa, tanto più egli aumentava le sue pretese. 4 Ben sapendo che il sovrano dello Stato pontificio serrato al Nord e al Sud dalla potenza spagnuola, politicamente era quasi impotente, il signore del regno, in cui mai tramontava il sole, pareva che ritenesse suo buon diritto, che il Santo Padre fosse ai suoi comandi in tutte le cose. Con tutta l’albagia e l’asprezza spietata del suo naturale spagnuolo egli affrontava Pio IV, il quale sotto vari rispetti non andò che troppo avanti colla sua accondiscendenza. Il re in tracotante sicurezza spogliavasi di ogni conveniente riguardo. L’« imperativo disprezzo », che il gabinetto madrileno manifestava nelle trattative colla Curia, svegliava l’idea che esso considerasse sempre nel papa il prelato milanese. I nunzi e gli altri rappresentanti della Santa Sede ricevevano in Spagna un trattamento quasi fossero stati inviati di un suddito della corona spagnuola. 5 Di fronte a tutti i desiderii di Pio IV, nelle grandi come nelle piccole questioni, non si faceva che ele- 1 Vedi P. Tiepolo presso Alberi I, 5, 47; Philippson, Philipp II, und das Papsttum 292. Su doni di Pio IY a Filippo II * riferisce Mula addì 19 ottobre 1560: « S. S1* apparecchia di mandare un presente al re cattolico d’una corona regia d’oro, adorna di gioie, d’una croce in cristallo con due candelieri della medesima materia e fattura, per adornamento d’un altare, et una tavola di pietre finissime, che fu di papa Giulio III, con un organo che fu del medesimo, un stocco che Sua S*1’1 benedirà, et 4 teste, una che è di marmo bellissimo ». Biblioteca di Corte in Vienna. Cfr. * Avviso di Boma dei 5 ottobre 1560, TJrb. 1039, P- 206's Biblioteca Vaticana. 2 V. Corresp. dipi. I, 453. 3 Girol. Soranzo 107. 4 Vedi P. Tiepolo loc. cit.; Susta II, 477; III, 346. 5 V. i giudizi di Philippson, Westeuropa 87; Philipp II und das Papsttum 291 s. Rileva la cedevolezza di Pio IV. Giac. Soranzo presso Alberi I, 5, 93, la durezza del gabinetto spagnuolo Girol. Soranzo p. 108 s.