Filippo II contro la candidatura del Gonzaga. 35 tito spaglinolo, chiamerò il re giudice fra me e Vargas. È una vera ignominia che si sia fatto ricorso a offerte di denaro. Senza denaro e senza urtare contro la volontà del re si sarebbe potuto arrivare sì avanti come con tali mezzi. Tanto poi non dipendere le cose da Carafa : sarebbe stato più importante conservare il favore dell’influente Gonzaga anziché guadagnare con mezzi vergognosi e senza vantaggio il Carafa. 1 Anche secondo il parere del duca Cosimo non era il Carafa, sì l’Este, la persona della quale occorresse occuparsi. Ove si persuadesse costui àd abbandonare la speranza del papato tutto verrebbe come da sè ; ove non si riuscisse, non si farebbe che pestare acqua nel mortaio. 2 In realtà Carafa doveva, volere o no, tenere per la Spagna, poiché solo da Filippo, e non dai francesi, che non possedevano potenza alcuna in Italia, poteva egli sperare un principato italiano. Oltracciò era piuttosto dubbioso se l’intiero partito del Carafa avrebbe compiuto con lui la conversione nel campo dei francesi.3 Che sull’importanza di Carafa Filippo II non giudicasse differentemente dallo Sforza e dal duca di Firenze avevaio dimostrato la sua decisione sul possesso di Paliano : le relazioni di Yargas da Roma non valsero a farlo cambiare di sentimento. Alla preghiera spesso ripetuta dall’inviato di facoltizzarlo e fare promesse al Carafa, egli ai 26 d’ottobre 4 non rispose altro che rimarrebbe al Carafa la pensione di 12,000 scudi prima largitagli. 5 Alcuni giorni prima, il 20 ottobre, aveva finalmente Filippo pronunciato la sua sentenza sulla candidatura di Gonzaga al papato. 6 Essa era che si dovesse attraversare del tutto la elezione del cardinale di Mantova. A nessuno però doveva l’inviato farne cenno e soltanto in caso di estrema necessità poteva darne comunicazione al cardinale Sforza. Nel resto Vargas sia piuttosto gentile col Gonzaga, e con molte parole lo assicuri della considerazione di Filippo. 7 Lo stesso re non fu parco di belle frasi. Al duca di Mantova scrisse di deplorare che il suo inviato avesse fatto tale opposizione al cardinale Gonzaga : non poteva egli comandare ad alcuno di votare per lui, ma ove Gonzaga fosse eletto ne godrebbe. 8 1 Lettera del 7 novembre 1559, presso Petrucellì 147. 2 Cosimo di Firenze a Concini, 4 novembre 1559, presso Petrucellì 145 s. Cfr. Susta, Pius IV. 143. 3 Müller 161. 4 Ibid. 168. 5 Cfr. il nostro vol. VI, 447. 6 Müller 136. Secondo Vargas il dispaccio di Filippo era del 23 ottobre (Döllinger, Beiträge I, 296) ; il 23 fu il giorno di partenza del corriere (Müller 206). 7 Müller 136. 8 Ibid. 175.