90 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. però egli sopportò con rassegnazione, vedendo nello schiacciante colpo, che annientò tutti i suoi progetti per l’esaltazione del ne-pote, una punizione del cielo perchè, allo scopo di far avanzare ancor più Federigo, aveva fatto troppo grandi concessioni al re di Spagna nell’uso di entrate ecclesiastiche. 1 II subitaneo crollo di sì splendide speranze fece parimenti molto profonda impressione nel cardinale Borromeo 2 e ciò tanto più perchè quasi al tempo stesso che l’amato fratello era caduto preda della morte dopo tre soli giorni di malattia anche il giovane figlio del duca di Firenze, che aveva ricevuto il cappello cardinalizio contemporaneamente a Carlo Borromeo. 3 Già da lunga pezza i sentimenti ascetici di Carlo avevano soltanto ricalcitrando fatto concessioni ad una concezione più mondana della vita. 4 Ora, che la nullità di tutte le aspirazioni terrene gli apparve dinanzi agli occhi in luce cotanto viva, risolse di spogliarsi anche degli ultimi resti di sentimento mondano e di dare alla sua vita esclusivamente l’indirizzo verso la meta più alta. Conseguenze totalmente diverse tirava dagli avvenimenti quella parte di Soma che la pensava mondanamente ed a quanto ere-devasi il papa stesso. Pensavasi, che l’erede rimasto di tutte le ricchezze dei Borromei avrebbe abbandonato la carriera ecclesiastica e continuato la famiglia in luogo del defunto fratello. 5 Carlo veramente era già suddiacono e come tale s’era assunto gregazione del lunedì il papa colle lagrime agli occhi si rammaricò della morte di questo fìlius dilectus, solamen suum ^Archivio Gonzaga in Mantova). Giusta la * relazione di Alf. Roselli del 25 novembre Pio IV allora si sarebbe espresso da rassegnato e forte, ma ai 5 di dicembre il relatore medesimo notifica : * « Il Papa non può scordarsi la morte del conte Federigo Borromeo, massime non sapendo risolversi di soggetto per perpetuarvi la casa sua non inclinando al fratello ». Archivio di Stato in Modena. 1 Trattavasi di grandi tasse sulle chiese concesse a favore della flotta di Filippo II; v. la * relazione di Alf. Roselli del 21 novembre 1562, Archivio di Stato in Modena. Su questa faccenda v. sotto, cap. 9. 2 V. la sua lettera a Cosimo presso Saia, Docum. Ili, 241 s. Già il Palla-vicini (19, 4, 6) rilevò l’importanza della morte. Come ben nota Sickel (Beri chi e III, 83) Ranke l’ha apprezzata meno del merito. Un ritratto contemporaneo di Federigo nell’Ambrosiana e nel castello dei Borromei ad Angera ; riproduzioni in San Carlo 37, 55. 3 Bondonus 544. « Questi due sì gravi colpi... erano veramente atti ad atterarmi affatto, se ben fossi stato assai più forte di quello ch’io sono » scrive il Borromeo, 3 dicembre 1562, al duca di Firenze. Sala, Docum. Ili, 242. 4 Bascapé 8'>. 5 Bascapé 9a. Kervyn de Lettenhove III, 212. V. le relazioni di Arco del dicembre 1562 presso Sickel, Konzil 410. Anche in una * lettera del cardinale Marco Sittich ad Annibaie von Hohenems del 3 maggio 1563 parlasi della possibilità che il Cardinal Borromeo si sposi (Archivio in Ho h e n e in s). -Ai 7 di giugno del 1563 la città di Roma largì al Cardinal Borromeo il diritto ■di cittadinanza onoraria; vedi Gregorovius, Kleine Schriften I, 316.