142 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 a. dannosa all’autorità della precedente radunanza a Trento, è dichiarata imperativa. 4. Contro la scelta di Trento come luogo del concilio si elevano eccezioni. La città è troppo piccola ; inoltre dal principio della scissura religiosa s’è sempre chiesto un concilio su territorio tedesco. Si raccomandano come appropriate principalmente Colonia, poi anche Ratisbona e Costanza. 5. I protestanti sostengono d’essere stati trattati nel concilio di Trento troppo rigorosamente e duramente : non avrebbero ottenuto il salvacondotto nella forma desiderata nè sarebbero stati uditi a sufficienza. Poiché la loro partecipazione non può raggiungersi in altro modo, bisogna a questo riguardo accondiscendere a tutti i loro desiderii. 6. Grandi difficoltà causa l’intenzione del papa di continuare il precedente concilio annullando la sospensione. Quanto alla sua persona l’imperatore non pensa ad attaccare le decisioni conciliari prese, ma alla continuazione osta che i protestanti vogliono rimettere all’ordine del giorno anche le questioni già trattate e diversi principi cristiani - è sottintesa la Francia - non vogliono riconoscere come ecumenico il precedente concilio. Finalmente si ricorda che in luogo dei due anni, per i quali il concilio fu sospeso, n’erano frattanto scorsi già otto. « Poiché è chiaro quanto sia difficile la convocazione del concino essendone lento il progresso, non sicuro l’esito e congiunta con maggiori pericoli di prima la esecuzione dei suoi deliberati », così l’imperatore consiglia il papa a mettere mano in primo luogo ad altri mezzi per conservare la fede cattolica e per prevenire ulteriori apostasie. Come tali vengono proposti l’attuazione d’una radicale riforma del clero prima della convocazione del concilio e intanto la concessione del calice ai laici, del matrimonio ai preti. Al memoriale era annessa una scrittura, che nuovamente riassumeva in breve la posizione dell’imperatore verso il concilio e limitava alla Germania la preghiera della concessione del calice ai laici e del matrimonio dei preti. I due documenti furono consegnati a Hosio il 20 giugno. 1 Nelle trattative seguenti costui non si addimostrò assolutamente all’altezza dei suoi compiti. Sarebbe stato facile mostrare 2 che il soddisfacimento di molte domande dell’imperatore, come lo stabilimento d’una pace generale e la partecipazione di tutte le potenze cristiane, non stava affatto in potere del papa, che altre, come il tornare a trattare coi protestanti su articoli di fede già risoluti da un concilio ecumenico, significavano sovvertire la Chiesa, ma nulla di tutto questo fu 1 Vedi Hosio a Borromeo 21 giugno 1560, presso Steijjherz I, 54 s. 2 Cfr. Steinherz I, lxiii.