Un partito antigesuitico a Roma. 973 sperava del tutto di poter raggiungere col tempo l’adesione dell’Austria. 1 Prima (ancora che questa lettera giungesse a Madrid, Carlo III si era espresso nel senso che qualora l’imperatrice non volesse unirsi ai Borboni, gli bastava che essa non facesse alcuna opposizione agli sforzi degli altri principi.2 Alla sua decisione Maria Teresa tenne fermo, nonostante tutti gli sforzi in contrario, 3 mentre Giuseppe II si mantenne neutrale, soltanto per riguardo a sua madre; chè egli aveva già dato al suo confessore, il gesuita Parhamer, il consiglio che i gesuiti stessi volessero di propria iniziativa promuovere lo scioglimento del loro Ordine, per prevenire così in modo dignitoso il certo scioglimento futuro. 4 Mentre le potenze borboniche cercavano alleati, l’ambasciatore francese in Roma, in base alle istruzioni di Choiseul, aveva già fatto dei passi preliminari. Qui egli non trovò il terreno del tutto impreparato. A Roma infatti fin dai giorni della persecuzione del Portogallo esisteva un partito antigesuitico che con la parola e con gli scritti lavorava alla rovina della Compagnia di tirili eu ver extinguida esta Sociedad (que para con ella no era delincuente) en lo» mismos términos que lo consiguiesen las Potencias y conociéndola rea solicitasen su extinción... E] Principe de Kaunitz se extendió mas que lu Empi sobre este asunto, dijó que si se lian fundado en gran parto todas las Cortes que los han expelido en la inquietud que causaba esta Compañía en sus reynos, no tiene la Empi Reina la misma razón para echarlos fuera dominios, en los quale» esta Sociedad no ha sido Inquieta : que extrajudieial-mente habla visto algunos papeles de Portugal que no satisfacían su deseo de aclararse mas sobre esta materia : que los cargos que hacia la Corte de España en sus Edictos eran generales, y no daban la luz particular que buscaba ; que las maximas que so atribulan a los Jesuítas, aunque tan i>er-versas. eran las mismas ah< ra que las que se les hablan atribuido mas de nn siglo ha. quando florecían tanto en España. Francia y Portugal : y por lin que los Jesuítas de los países hereditarios eran nuis simples que cabllosos, y apoyó mucho en esta pretendida simpleza para persuadir que non eran temibles en Viena como en otras Cortes... Casi no dudo que el Emperador daria gustoso la mano a la expulsión e igualmente a la extinción de esta Compañía, como también creen los roas que si reinase seria una de sus primeras operaciones el disminuir las rentas y el numero de individuos de otras Ordenes religiosas de lor pnfses hereditarios» (Mahon.v a Grimaldi 11 9 febbraio 1708. Archivio di (Simancas, Km In il o 6604). Cfr. • Grimaldi a Mahony. 1'8 marzo 1768. Archivio generale centrale di Madrid, Rutad a 3518. » • Mahony a Grimaldi il 12 aprile 176»>. ivi. i * A Tanucei il 9 febbraio 1768, Archivio di Simancas, Etto-dò 6058. » Anche l’ambasciatore napoletano, ducn di S. Elisabetta, ricevette l’incarico di associarsi ai passi fatti dalla Spagna e dalla Francia alla Corte dell'imperatore. • Tan ucci a Carlo 111 il 22 marzo 1768. ivi 6101. * • Visconti a Torrigiani il 2 gennaio 1769, Cifre, Xitnsiat. di f/crmania 392, loc. dt.