La folla cessa dalla rivolta. 7G!> denti dovette rimanere come ostaggio nella città, e lo scritto fu portato ad Aranjuez da un certo A vendano. * Frattanto Madrid era in mano dei ribelli. Essi impadronirono dei depositi di armi e di munizioni ed aprirono gl’istituti di c ;-todia delle donne di malaffare. Si fece tutto con molto strepito. ma non accaddero eccessi particolarmente grandi. Alla fine tori > il messaggero. Il vescovo lesse dal balcone della sua dimora alla folla silenziosa la risposta del re. Carlo III assicurava sulla *ua regia parola, ch’egli adempirebbe tutte le promesse fatte il /forno avanti, ma diceva di attendersi che il popolo, per ricono-wi/.a di questi benefici, tornerebbe alla quiete ed all’ordine e che . iascuno riprenderebbe le sue occupazioni abituali.3 Venne flJgiierifco al cardinale arcivescovo di agire sulla popolazione in «enso pacificatore per mezzo del clero secolare e regolare. * La foli obbedì con gioia e consegnò tosto una parte delle armi. * La rivolta non rimase limitata a Madrid. Il movimento si ben presto anche ad altre provincie e città, come Sara-iwua, Barcellona, Salamanca, Murcia, Coruna, Azcoitia ed altre. Per quanto si può ricavare dai documenti, si trattò generalmente di ’uniulti per il caroviveri, giacché dappertutto risonava l’in-•wazione per un maggior buon mercato delle vettovaglie e la ■’tir.i7ione degli usurai. * Carlo III, che nella rivolta aveva fatto una parte piuttosto :>Ì! tosa, ebbe una tale impressione da tutti questi messaggi di >v,ntura, che si temette una seria scossa della sua salute. Figli Portava rancore soprattutto alla capitale, perchè aveva dato mpio della rivolta. Nonostante il perdono concesso, egli non 'olle tornare a Madrid. Nei circoli di Corte si parlava già di un trasferimento della capitale. • In quanto allo Squillace, il re aveva dichiarato da principio, che, fintanto che avesse un pezzo di pane V» diriderebbe collo Squillace, ma nel momento dell’angustia di-tt^nticò la sua promessa. I! 27 marzo il ministro lasciò Aranjuez « otto scorta militare si recò a Carta gena, donde il 24 aprile * imbarcò per l’Italia. ’ Nonostante la sua alta pensione di 19.000 1 Ronwur I 1*3*.; Fms ma. Hio II 30«*. H'M'gwLir I lMi: Kisueni wa. Ilio li SI«*.: 10*1* al prwidwilf d^l 'V.Mgtlo 41 fortigna «5 mano 1786 (stampai. Archi»!«» generate di * » <1 r I d. F.ttadn -I1WW. ristampato In fouo* wa. IO« Il 3«». In iIUkm U'ar- «W 25 manto 1730 i «lampa. Architi« e «nera le centrale di * • <1 r i d. R*t«4a 4000) coni lene rrimw «Mie *inc»,mrrr» moderna 57». • Irt. • I issa.; rma tua. Rio li 36*i. • llcrmrtr 1 197; l'osai (WL Rio li A3*. : Roimuv I 1.H&; Foia ora. IUo 11 JHi *«»"»«, Stori* 4m topi. IVI. L 49