02*5 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VII. serie di decreti egli s’ingerì nella libertà, nella giurisdizione nell’immunità del clero in tal misura che doveva suscitare IV: posizione del Papa.1 Non solo egli pretese per Parma le stes concessioni che la Santa Sede aveva fatto al governo spagnu* nei concordati del 1737 e 1753, ma egli con varie misure mir anche a limitare il possesso della cosiddetta mi ano morta che se condo la sua assicurazione comprendeva due terzi della supertì del suolo. A tale scopo, ancora ai tempi del duca Filippo, il 25 ot tobre 1765, egli aveva emanato una legge. Con decreto dt 13 gennaio 1765 egli impose delle tasse alla proprietà ecclesia stica senza accordarsi con le autorità della Chiesa.2 Quando 1; lagnanze di Roma presso la corte di Parma rimasero senza effetto, Clemente XIII mediante il nunzio di Madrid fece fare del!^ rimostranze presso la madre del duca Elisabetta Farnese col si gnificarle che le esagerate innovazioni in Parma avrebbero potuti porre la Santa Sede nella dura necessità di esprimere pubblicamente la sua disapprovazione.3 Da Madrid però c’era poco da aspettarsi, perchè Du Tillot per i suoi procedimenti contro Rom: si era assicurato in antecedenza il consenso del re spagnuolo. ‘ li ministro procedette senza alcun ostacolo sulla via per la quali s’era incamminato.5 L’8 febbraio 1766 egli creò uno speciale tribunale per conservare la giurisdizione regia, il quale doveva vigilare l’e«ecuzione della disposizione suindicata e punire le contravvenzioni contro di essa. Tentativi del Papa di inaugurare migliori rapporti mediante amichevoli conversazioni fallirono per mancanza di buona volontà da parte del Du Tillot, il quale poco prima che si concludesse l’accordo, richiamandosi al « benevoli’ consenso di S. Maestà cattolica » 4 del tutto inaspettatamente in terruppe con un pretesto fatuo le trattative.: Senza riguardo all«* » Ben assi voi. 5. > * Pigliateli! a Grimaldi il 3 marzo 1705, Archivio di S i m a n cu -■ Kntado 51 SS. » * Pallavicini a Torrlgiani il 10 aprile 1765, Cifre. Xmizìnt. ili Sp*9"" •-te, loc. cit. « Il 15 dicembre 1705 1>H Tillot chiese a Grimaldi un'approvazione n®-clale delle sue leggi di riforma politico-ecclesia stica, poiché era un precetto • «le la prndence. et do ma sflreté. que notre cour ne prenne aucune r£solnti"!1 sur les alTaìres de Rome, sans qu'elle recolve auparavant les volontez et l’intw tìon de sa Majestft par line lettre d'otlìce ». Archivio di Si manca*-/■'»ludo 5215. • • K rizzo al doge di Venezia il 24 e 31 gennaio 1767, Archivio <1 ’ Stato di Venezia. Ambasciatore. Roma 208. * • Du Tillot a Grimaldi II 5 gennaio 1767. Archivio di S i ni a n c a “• Estuila 5220. * i • « V. S. 111. è già ben Informata quanto lungo trattato siasi avuto C"n quella corte per la revoca del precedenti editti, quanta lmi>egnata ella vi—