960 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VII. nata come da un lampo, quando si vide come fosse accolta la Bolla di Clemente XIII, la quale approvava nuovamente e confermava la Compagnia di Gesù. La maggior parte dei Parlamenti dei governi impedirono la sua promulgazione.1 II generale degli agostiniani Vasquez espresse allora il desiderio che il re di Spagna volesse insistere a Roma perchè il Papa abolisse totalmente l’Or-dine che era un flagello e uno scandalo per tutta la cristianità. ’ Pombal fece pubblicare un apposito scritto il quale, fra i soliti attacchi contro i gesuiti e i papi, ripeteva tutte le accuse dei protestanti, giansenisti e gallicani contro l’Ordine e culminava nel desiderio che tutti gli Stati cattolici volessero attuare la distruzione dell’Ordine.3 Fra tutti i nemici dei gesuiti nessuno più del Tanucci, intimo consigliere ed educatore politico di Carlo III, lavorò più tempe stivamente, più zelantemente e più infaticabilmente alla distruzione della Compagnia di Gesù.4 Mentre esteriormente si spacciava per fautore e benevolo amico dell’Ordine, in numerose lettere ai suoi consenzienti sviluppava contro di esso una vivace propaganda, che non mancava di contraddizioni. Già nell’anno 1758, quando le opere del cardinale Noris vennero tolte dall’indice spa-gnuolo, egli scriveva a Yaci: « Era risoluzione dovuta a quel gran cardinale e alla Santa Sede; e già era noto, che quelle opere erano state costì proibite per sorpresa e scelleraggine dei gesuiti, ai quali al fine mi par che sovrasti il fato dei Cavalieri templari, che avevano irritato tutte le nazioni e tutte le potenze. Se i principi apriranno gli occhi, la cosa non sarà molto lontana ».5 Ma due anni più tardi si esprimeva con minore fiducia.0 I gesuiti avevano meritata la soppressione perché con la loro prepotenza, avidità, superbia, malignità e superstizione avevano nauseato tutto il mondo. Ma, così egli si esprimeva, ciò non può essere opera di un ministro che ha già passati i 60 anni : « Sarà il compito della generazione dei nostri figliuoli ». In modo parimenti rassegnato egli si esprimeva verso Bottari : T i segnali di tempesta fanno prevedere oramai la rovina della Compagnia di Gesù, ma come Gregorio il Grande e i teologi di quel tempo si sbagliarono circa l’imminente » Theeìeb, Itixtoire I 65 s. * * 5 marzo 17(55. Biblioteca S. I a 1 d r o di Madrid, Carta* de Yatquet, voi. I. * Terreira carta tobre a Nulla « Apo»tottcnm pa»rendi» (stampato), .Vn*in