Lagnanze contro la censura libraria. 259 m trare che vi siano stati degli errori. L’esame delle pubblicazioni, -crive lo stesso Benedetto, 1 non venne sempre fatto come doveva essere fatto, sia che esso venisse affidato a persone che non cono- ■ vano sufficientemente la materia, sia che non si siano sempre usate tutte le cautele necessarie. La censura dei libri veniva fatta pn valentemente dai domenicani. Se con ciò la Santa Sede rico-n eva che il celebre Ordine era maestro in teologia e possedeva un sicuro giudizio su quello che fosse conciliabile coi principi della fede, la medaglia aveva anche il suo rovescio: i frati predirà! ori dovevano prendere su di sè l’odiosità che era inseparabile dal loro ufficio di giudici e avrebbero dovuto essere angeli e non uomini, perchè l’alta estimazione che avevano delle proprie idee non avesse qualche volta colorito più del conveniente anche il 1 o giudizio. La conseguenza fu un inasprimento dei colpiti contro di loro. Quando l’inquisizione spagnuola si era lasciata trasci-rare a proibire i primi 14 volumi dell’opera dei bollandisti, soltanto perchè Elia non vi era riconosciuto come il fondatore del-’ r ad un rilassamento della disciplina nell’órdine. I colpiti 'a 1 Indice gettavano in pasto al pubblico le loro difese, anche nza 1 approvazione dei superiori, come è prescritto dagli statuti ' A Tpncin il 1- agosto 1753. II 281. Asmi,* IV 375. *inimnnitate authorum Cjrriacorum w censura. Diatribe Petri a Vali-? *** ' '‘Pera XX 2R7s. Xatnralmente io scritto andò all’indice. <_