.VINETIANA LIB. V. ■ 42* genti. Ma non era lo flato loro libero da gli fteflì peri- 1526 coli ; onde il Senato per fodistare al Pontefice in quanto 10 permetteva la iìcurtà delle cofe loro , diede ordine a Luigi Pifani, che era nel campo co’l Marchefe di Saluzzo , che ricercato di qualche numero di fanti, per accre-fcere i preiìdii delle terre della Chiefa , prontamente le foccorreife : & cofi facendone inflanza il Guicciardino, vi fù mandato Babonedi Naldo con mille fanti. Scriife- ro ancora al loro Capitano Generale, che quando creicef- flato da* fero i pericoli de’ Collegati, & fcemaifero i loro, dovef- ch'^a‘ fe , ò con tutte, ò con parte delle genti, come haveife portato l’occafione, & egli giudicatte il meglio, pattare 11 Pò ; il che tardandofi per varii accidenti a mandare ad effetto, variato quello configlio , fù flimato per lo fervido commune efier più ifpediente, che per allhora il Marchefe di Saluzzopaffaffe egli folo il Pò con le fue genti, conducendo anco feco trecento cavalli leggieri de’ Vine- ranchi tiani, & alquanti pezzi d’artiglieria tolti dal loro campo. Ma crefceva molto il pericolo , & non manco il timore nell’animo del Pontefice per l’approifimarfi de’nemici a Firenze ; però che i Tedefchi havendo pattato il fiume della Nura , poi della Trebbia , fenza più ricevere da’ noflri impedimento s erano fermati a Firenzuola, ove s allettavano di congiungerfi con le genti di Milano ; ma ritrovando i capitani Imperiali gran difficoltà nel far muovere gli altri , v’andarono per allhora fola niente i fanti Italiani, & alcune compagnie di cavalli leggieri. Il Senato fratanto defiderofo di dare ogni fatisfattione al Pontefice, diede nuovo ordine al loro Proveditore , che dovette del loro ettercito levare altre genti, & inviarle oltre il Pò, per unirfi con quelle, che prima erano col Marchefe di Saluzzo pattate . Però fubito vi andò il Provedi-tor Vitturi con cinque mila fanti , & alquante compagnie di cavalli leggieri, ettendofi a quefto tempo non fenza molto difpiacere de’Vinetiani il Duca d’ Urbino condotto a Mantova per fue particolari facende. Quefti andamenti de’ nemici havevano nell’ animo de* Col-