Lambertini arcivescovo. 23 Dal 1725 vescovo titolare di Teodosia, il Papa lo nominò il 26 gennaio 1727 arcivescovo di Ancona. Nello stesso tempo corse la voce che egli era riservato in petto come cardinale già dal 9 dicembre 1726. La sua pubblicazione avvenne appena il 80 aprile 1728.1 « Siate sicuro, scriveva egli ad un amico, che io in questo cambiamento muto soltanto il colore e rimango sempre lo stesso Lambertini col mio carattere, colla mia giovialità e con la mia amicizia per voi ».2 Come arcivescovo di Ancona Lambertini dimostrò nuovamente come egli sapesse prendere l’ufficio a lui assegnato nella sua vera e propria importanza. Con visite canoniche, sinodi, lettere pastorali, istruzioni operò instancabilmente per il bene della sua diocesi nel senso dei decreti della riforma tridentina. Del suo senso pratico e del suo amore per l’arte fanno testimonianza la ricostruzione di molte chiese e il magnifico altare maggiore che donò alla cattedrale. Anche per il bene materiale dei suoi diocesani egli dimostrò la massima cura.3 Con lo stesso zelo e con lo stesso successo che in Ancona si dedicò anche alla diocesi di Bologna ove lo trasferì come presule Clemente XII nel maggio 1731. Annunziando al Senato di Bologna il suo arrivo imminente egli osservava di voler lasciare i suoi resti mortali al duomo, nel quale 56 anni prima aveva ricevuto il battesimo e 10 anni appresso la cresima; egli viene ai suoi concittadini col cuore pieno di amore e col proposito di fare a tutti del bene; si voglia appoggiarlo nelle sue buone intenzioni e scusarlo per le sue imperfezioni.4 Il nuovo arcivescovo non arrivò con grande seguito: dice un contemporaneo, che non lo accompagnavano che le sue virtù.5 Siccome le condizioni della sua città natale gli erano divenute piuttosto estranee, egli non prese subito dei provvedimenti, ma cercò dapprima di informarsi esattamente su tutto. « Io non aspetto, così egli disse, che la verità venga a me, ma io vado a cercarla; essa è di rango troppo elevato per farla attendere in anticamera ». Molto semplice nel suo modo di vivere, era generoso verso tutti i bisognosi. Una volta la settimana visitava la tomba del grande fondatore dell’Ordine domenicano la cui salma riposa a 1 Cfr. U volume XV 552-554 della presente opera. 2 Caracciolo 130. 3 Vedi la Vita in Kraus, Briefe 249 ss. e Marosi. Lettere 718 ss. Un manoscritto di sua proprietà fu donato dal Lambertini il 5 luglio 1729 alla Biblioteca Casanatense di Roma, è il Cod. 163; Giov. Ferrarese, * De ìmmortaUtate ardmae (secolo xv con miniature). * ICraus, Briefe 142 s. 5 Caracciolo 31. Cfr. F. M. Pirelli, Delle lodi del 8t 1’. Benedetto XIV. l’rosa detta in adunanza d’Arcadia il 17 settembre 1741, p, si ss.