1034 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo Vili. erano colpevoli gli ultrapotenti gesuiti, i quali s’erano fatti dare le lettere dai prelati. Tali enormità potevano essere commesse soltanto da questa gente, da questi « viri potentes a saeculo, viri famosi ».1 Egli non osa presentare al ministro delle proposte per togliere così gravi eccessi, poiché nel suo smisurato dolore non potrebbe forse colpire giusto.2 Come Osma si dichiararono aspramente contrari alla nuova festa anche i giansenisti francesi.8 Come segno dei tempi si può considerare anche la proposta presentata allora da parte assai potente per una canonizzazione. Fino alla morte di Ferdinando VI di Spagna il governo spa-gnuolo si era comportato piuttosto indifferentemente di fronte alla beatificazione dell’anti-gesuita Palafox. L’Inquisizione condannò perfino al rogo con decreto del 13 maggio 1759 fra altri scritti ingiuriosi contro la Compagnia anche le due pubblicazioni di Palafox contro i gesuiti. * Le cose mutarono, con l’avvento al trono di Carlo III. In data 12 agosto 1760 il re rivolse a Clemente XIII la preghiera di dichiarare beato il Palafox; le due lettere contro i gesuiti non essere state bruciate per il loro contenuto, ma solo perchè mancava la licenza per la stampa.6 Pas-sionei, il cosidetto « Ponens » nella causa, il quale in questa qualità doveva iniziare i passi della beatificazione e si dedicò con zelo a questo compito, pubblicò precipitosamente la lettera reale. * Contro ogni uso e tradizione assieme ad atti più antichi tolti dal 1 Gru., (V. 4. 2 Sulle ragioni dell'ostilità alla festa Ràbago giudica U 28 agosto 1747 (Archivio di Simancas, loc. cit.) cosi: * « I.a razón verdadera, segun se di.io y dice, es qua en este empefio para et Corazón de Jestìs a entrado la Compafiia y esto basta para conciliar todas las contradiciones del mundo. Pero al fin. nunque a trinchili costa, Dios bolverii por el Porazón de su SS. Hijo ». Tanucci (a Bottari il 23 marzo 1705, ivi. Estado 5992) conferma ciò : * « Traile cose che Itoda mi disse, fu l’inganno fatto dai Gesuiti alla regina Barbara di Spagna per la festa del Cuor di Gesù di quella visionaria bugiarda, che aveva visto in paradiso chi non aveva mai amato Dio, tanto disapprovata costi dal Papa passato. Io me rallegrai, Roda si formalizzò di vedermi congratulato con una risoluzione di questo Papa favorevole a quella furberia : ma si serenò quando io spiegai, che io rideva del nuovo argomento deH’infallibilità del Papa, poiché Papa era Lambertino, che detestò e abrogò la cosa, Papa Bozzoli ico, che l’approva e l’abbraccia, e l’uno e l’altro operava coUo Spirito Santo della Corte di Iioma, il quale è più simile a Proteo che al fato ineluttabile dell’Eterna Sapienza, qui locutus est per prophetas ». « Kégnault, ficaitmont II 144 ss. * Stampa, Archivio di Simancas, Inquùticion 443, e Nunziat. di Spagna 2t>2, Archivio segreto pontificio. s * Archivio dell’Ambasciata di Spagna a Roma, Rea- les Ordcnes 41; »Wall a Portocarrero U 17 giugno 17G0, Ivi. o * Torrigiani a Pallavicinl 11 6 e 20 novembre 1700, Registro di cifre, iiunziat. di Spagna 431, loc. cit.; * Pallavicini a Torrigiani U 9 dicembre 1760, Cifre, ivi 285.