952 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VII. principi, queste condizioni sarebbero state da presentarsi solo nel caso che fossero state fatte da prima delle proposte da parte della Santa Sede; caso contrario gli ambasciatori dovevano mantenere il silenzio conservato fin qui, poiché non conveniva alle Corti, che erano le offese, di aprire le trattative.1 Queste però, come Grimaldi osservava in un’istruzione integrativa che mandò poi, erano necessarie per arrivare a quel compromesso che tenesse conto dei diritti di entrambe le parti. Le richieste principali della Spagna si limitavano a due punti: revoca del monitorio e soppressione della Compagnia di Gesù; le altre erano secondarie. Il primo era un’esigenza della giustizia, giacché il Breve era intollerabile ad ogni monarca; il secondo era invero una grazia, però di tal fatta che i Borboni, in considerazione della loro situazione e della quiete dei loro Stati, dovevano necessariamente esigere; conveniva alla Santa Sede di fare questa concessione a principi i quali regnavano su quattro quinti dell’orbe cattolico. La religione cattolica non ne avrebbe patito danno, mentre in caso contrario si doveva temere uno scisma nel Portogallo. Come compenso per queste due concessioni, l’ambasciatore poteva offrire la sospensione dell’occupazione di Castro. Per facilitare al Papa la revoca del Breve contro Parma viene proposta come via d’uscita la dichiarazione che il duca con la clausola che i decreti di Roma senza exequatur erano nulli e irriti non aveva voluto intendere i decreti su argomenti di fede e di cose veramente spirituali. A ciò Roma dovrebbe rispondere che la Santa Sede, avendo avuto di mira specialmente tali decreti, il monitorio, data la dichiarazione dell’infante, non aveva più ragione d’essere e perciò veniva ritirato. Queste proposte dovevano però restare del tutto segrete e non ne dovevano aver sentore nemmeno Aube-terre e Orsini; Azpuru doveva trattarne soltanto con Negroni.2 ilo la Orden jesuitica, porque piensa S. M. ser no solo conveniente, sino opor-tnno el tenerse firme sobre elio antes de ningun a comodo ». (1* agosto 1768. Archivio di Simancas, Esimio 4565). Carlo 111 viene confermato in tale proposito dal iwrere del Consiglio straordinario. * « Aquel tribunal opina, qne no se dé oidos a composicion con Koma sino hajo lag condiciones que se pensaron en esa Corte, y la esencial de la extincion de .lestiitas, que afiadiù S. M. y en qne se ha con firma do mas cada dia. contando con el beneplacito del Key su primo» (Grimaldi a Fuentes IH agosto 1768. Archivio di Stato di Napoli, Carte Famctiamc 1501). » ‘Grimaldi ad Azpuru il 10 agosto 1768. Archivio dell'Amba-sciata di Spagna a Roma. Ordenc» 48. * • Grimaldi ad Azpuru il 20 settembre e 13 ottobre 1768. ivi Exprd. 1768. Cfr. sopra p. 087 n. 5. Secondo l'opinione di Grimaldi i cinque articoli avrebbero dovuto rimanere segreti (ivi), però Aubeterre non conservò il segreto. ‘Grimaldi a Tanueci il 4 ottobre 17*18. Archivio di Simancas, B»tado *>101: * Tanucci a Castromonte il 15 ottobre 1768. ivi 6006.