Hontheim protetto dall’Elettore di Treviri. 559 Hontheim dà assicurazione di nuovo sui suoi sentimenti cattolici, mi attacca con asprezza raddoppiata il metodo d'insegnamento teologico e canonistico fino allora praticato e l’attività della Compagnia di Gesù. Rari sono nell’opera i passi, in cui l’espressione è mitigata, innumerevoli in cambio quelli in cui è inasprita. L’autore, divenuto coraggioso, seguì con animo sempre più allevato il successo crescente dell’opera sua; ogni tentativo di Roma di esercitare ora un’influenza su lui sarebbe riuscito vano. Soprattutto gli venne in acconcio la forte protezione del suo dipendente signore, l’Elettore di Treviri.1 Ciò vale anche per il successore di Giovanni Filippo di Walderdorf, il principe Clemente Vemvslaodi Sassonia e Polonia eletto il 10 febbraio 1768. Questi, imparentato quale nepote dell’imperatore Giuseppe I con altre caw sovrane, era stato nell’aprile 1763 eletto vescovo di Frisinga t Ratisbona senza essere ordinato prete.2 Solo dopo anni, piuttosto di vita di corte che di preparazione ecclesiastica, egli si fece consacrare vescovo il 10 agosto 1766. Egli possedeva già un Breve che rendeva possibile la sua elezione a coadiutore vescovile in Tre-viri, allorché quell’Elettore venne a morte e, grazie alla potente wtercessione dell’imperatrice Maria Teresa, Clemente Venceslao nel 1768 divenne successore. Già nell’agosto di quell’anno egli salì •fiche il seggio vescovile di Augusta; dovette perciò rilasciare Ratisbona e Frisinga. Ottenne invece più tardi ancora la preporrà principesca di Ellwangen. L’n principe della Chiesa, che tanto si era servito del favore ^ R'ima per ottenere una posizione splendida, avrebbe dovuto per tali rispetti proteggere lo scoperto autore del « Febronius » meno ^ quello che Clemente Venceslao fece effettivamente. Hontheim a°n solo venne confermato nella posizione tenuta finora di vicario Onerale « jn spiritualibus », ma chiamato a far parte, in qualità ^ * onsigliere segreto di Stato e di conferenza ». degli affari di sverno veri e propri, anzi incaricato addirittura di regolare i rapporti colla Curia romana e la nunziatura di Colonia. * Naturalmente a Roma se ne fu scandolezzati. Il nuovo arcivescovo, tut-iiv*a, motivò le sue misure col fatto, ch’egli era venuto comple-**fiiente nuovo nella intrigata diocesi e abbisognava urgentemente Sul min governo efr. In relazione dell'inviato imperiale in Magoni» del dicembre 1763; vedi Krisseb, li umor II 422 »». * I documenti delle sue candidature in Kri snkb Ivi I 113*.«.. Il 331 un.. ’-*• 128, 42S (|j :{st(s. « 39*’, ss. sono erroneamente riferiti a lui). <*fr. Douel, 'O'inipi 34. J- XciiBoder. ti'if trurdc Klemm* WemctlGU* Enbitrhnf roh "‘‘Ilo HUt, jahrb. XXX 24*».: Allg. Ueultrhe Hiographir IV 300»».: ' LI ( 1S711 2. 25* ss. Sul suoi principi di governo Illuministici riferisce Aufktàrung imd pelili. lUhórden tm Ermtlfl Trirr. in Trlrrìnthc ''"ioI iv (1«2S> 100 s.. 117»».