614 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo IV. improvvisamente il 6 giugno 1760 il matrimonio fra Doni Pedro, il fratello del re, e la figlia di questo Maria Francesca, prinispessa del Brasile. In quello stesso giorno il Da Cunha, comò Sentano di stato, ne dette comunicazione ufficiale a tutti i rapi» , . r tanti delle Potenze estere;1 solo quello della S. Sede fu ignorato. Allorché l’Acciaioli chiese personalmente chiarimenti, il Da Cunha gli spiegò che il biglietto non aveva avuto lo scopo d’inform irgli ambasciatori della conclusione del matrimonio, ma d’indhar loro l’ordine di precedenza nel solito ricevimento di congratulazione; poiché il nunzio, quale rappresentante del Capo suprem della Chiesa, aveva la precedenza su tutti gli altri, una comunicazione a lui sarebbe stata superflua. L’Acciaioli, che si era procurato dall’ambasciata francese il testo della lettera, potè confutare immediatamente il pretesto, rilevando che solo la seconda parte della nota conteneva disposizioni riguardo all’ordine di precedenza, mentre la prima conteneva la notificazione del matrimonio concluso; almeno di questo si sarebbe dovuto dargli comunicazione. Egli concluse colla preghiera pressante di non eswr messo nella situazione sgradevole di doversi astenere dalle pubbliche manifestazioni di gioia. Il Da Cunha promise bensì di nitrire tutto al re e di voler dare notizia, ma la risposta non vemv In conseguenza il nunzio omise d’illuminare il suo palazzo nelle feste disposte per il 7, 8 e 9 giugno. Per non offendere, per", gli sposi, fece le sue scuse per mezzo del conte di San Lorenz« e comunicò la ragione del suo contegno.1 Passò quasi una settimana senza che nè la Corte, nè il P°P° ' dessero nessun segno di scontento. Il 15 giugno l’Acciaioli era sul punto di vesti rsi per celebrare la messa, allorché il coroni travio Ioào Calvao e il brigadiere Mendoza con accompagnarne: ' militare comparvero nella sua abitazione e gli consegnarono un* lettera del Segretario di stato Da Cunha del 14 giugno, in c'JI si diceva, che per tutelare l’autorità regia ed impedire disorc.:" il re comandava che il nunzio lasciasse immediatamente la c!l ed entro quattro giorni lo Stato. Per esser protetto da ini * • avrebbe avuto una scorta militare d’onore sino al confine. * L» Pr<;' ghiera dell’Acciaioli di poter inviare un biglietto al Segretario > stato fu rifiutata, così pure la sua domanda di potere prim# ^ messa, o, poiché era domenica, almeno ascoltarla. Il nunzio P testò solennemente contro queste misure di violenza. Quindi