882 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VI. levare la sua voce contro l’oppressione crescente della Chi« dei suoi servitori. Egli scriveva di augurarsi, che l’Osma tasse col suo signore il coraggioso esempio del cardinale Ban mo, il quale aveva dichiarato a Papa Clemente Vili, che, se non Mi-leva assolvere dalla scomunica il re di Francia, si sceglieste un altro per assolverlo dai suoi peccati, chè egli non poteva as o!-verlo; il male è, che la verità non arriva all’orecchio dei sovi Carlo III, messo a conoscenza della lettera, invitò il prelat- .ni esporre apertamente e senza timore i motivi delle sue lagnai . poiché nulla l’addolorava di più che Tesser considerato come ¡> r-secutore della Chiesa.1 Confidando nelle buone disposizioni iel re, il vescovo passò in rassegna nella sua risposta tutte le 0!’ •* e limitazioni dei diritti e delle libertà ecclesiastiche verifìc dall’inizio del regno di Carlo. Per questo Dio aveva fatto ca ! sulla Spagna tutte le punizioni, come la conquista de l’Av;: a da parte degli eretici, la perdita di una parte delle colorii • della numerosa flotta, l’esaurimento dell’esercito senza batta.' il sollevamento del popolo e la diffusione dell’eterodossia; la gna era divenuto il trastullo dei suoi nemici. Il tono amaro ii> lettera offese il sovrano, il contenuto i suoi consiglieri. Il Cani-pomanes, che si sentì particolarmente colpito, propose nin -meno che di esiliare il vescovo dal regno come reo di delitto -tro lo Stato.3 Altri, però, per politica, non vollero far di lui 1 « martire del fanatismo », ma bensì che fosse chiamato a re; r conto. Il Carvajal venne implicato in un lungo processo innanzi al Consiglio di Castiglia, in cui un giurista abile come il Mon 1 “ riuscì facilmente a provare al prelato alcune inesattezze e presentarlo, a causa della critica all’amministrazione finanzi;’- 1 dell’ex-ministro Squillace, come uno scontento ed un eccitatore di sedizione. Per decisione del Consiglio3 il Carvajal dov< " domandare scusa in maniera molto umiliante, il 14 giugno l'1''-in casa del presidente Aranda.4 I principi regalistici del governo spagnuolo diressero ar..!-le deliberazioni sull’impiego dei beni gesuitici sequestrati. Se già per la redazione degli inventari si era cercato di evitar« partecipazione del nunzio, ora più che mai si voleva eliminare 1 9 marcio 1766 (stampa). Archivio dell’Ambasciata di ’ gna a Roma. Expcd. « Espulsimi de los Jesuitas » 1767. 2 * Latini a Torrigiani U 1“ settembre 1767, Cifre. Xunsiat. di Sp1?* 3t»4. loc. cit. » Sentenza del 6 ottobre 1767 (stampa). Archivio dell'A®_* sciata di Spagna a Roma, Exped. « Espulsion de los Jesuitas» 1* • « Cfr. Ferrer del Rio II 201 ss.; Migvélez 331 ss.; Daxvit.a y CoM**®"1 305 ss. ; Rousseau I 1!>7 ss. ; Meséxdez y Pelato IH 152 ss. » • Vincenti a Torrigiani il 26 maggio 1767, Cifre, Xungial. di SpW 308, loc. cit.