Lettera di accompagno della Bolla di Torrigiani. 727 : «tacendo alle giuste preghiere dei gesuiti ed in accordo con i ie*ovi ilell’orbe terrestre, sull’esempio dei suoi predecessori, che la co'* • izione della Compagnia di Gesù spira in sommo grado pw<à e ìntità, così per il suo scopo, che è la diffusione e difesa «iella religione cattolica, come anche per i mezzi a ciò adoperati. Qo^t’Ordine ha educato numerosi uomini, che hanno difeso la 'era fede, annunciato con frutto la parola di Dio, portato ai parlai la luce dell’Evangelo, istruito la gioventù e condotto i fe-y i per mezzo degli Esercizi e delle missioni popolari a miglio-*ai* la loro vita ed a ricevere con frequenza i sacramenti. Quindi i P»p;i conferma di nuovo quest’Ordine chiamato in vita dalla ¡Yowi'ìenza, dichiara i suoi voti graditi a Dio, gli Esercizi gio-moll alla pietà cristiana e raccomanda particolarmente le Con-*•*■(?;> ni mariane. Alla fine Clemente XIII conferma ancora una '"t» tutti i decreti dei suoi predecessori a favore della Com-P*|{nia di Gesù.1 Nella lettera, con cui il Torrigiani accompagnò l’invio della Boll* al nunzio di Parigi, egli osservava: Le violente persecu-•àxu contro quei gesuiti e le gravi accuse al loro Istituto avevano adotto il Papa a venire in aiuto agli oppressi nell’unico modo gli era possibile ed a render testimonianza alla verità. Poiché ertamente la Costituzione darebbe appiglio a dicerie, egli ne in-■i*va al Pamfili per primo un esemplare, affinchè questi vedesse 4»! !. -to, con quale circospezione si fosse proceduto nella sua '«dazione e si fosse avuto il debito riguardo da tutte le parti. 1 Anche il nunzio non si fece illusioni sull’accoglienza, che la Bollii •irebbe avuto in Francia. Non pochi l’approverebbero, fra cui la **Jfirioranza dei vescovi e dei preti secolari; d'altro lato moltis-disapproverebbero, specialmente il ministero, i Parlamenti, avvocati, una buona parte del clero regolare e sicuramente ;n’ ro partito giansenistico. La soppressione di essa era più '¡cura. Seguirebbero reclami dei ministri, e alla fine tutto '•’binerebbe in un profondo silenzio.J .non cose andarono come aveva predetto il Pamfili- Il I ras in 1 kmentò dell’offesa fatta al re coll’imprudente pubblicazione j-'* Costituzione.* Il nunzio replicò, che, dopo la pubblicazione » Parte del re della sua dichiarazione senza che questa fosse «unicata menomamente alla Curia romana, era divenuto irapo»-nbile per il papa di tacere più a lungo; la S. Sede, infatti, non P^rteva approvare la soppressione di un Ordine da l«*i approvato. • T«*o della B,>|la nel Hmll. Comi. Ili BIS*.: R*«»*** 1I SW -, * Torrigiani a l’amlili II 16 gennaio 17®. < lfre. •' •"**•*■ H »oc. eli. * Pialli a Torrigiani il -i febliraio !7ftV 1*1 321. * * 1*80)1111 a Torrigiani 1*11 feltralo 17*5. IrL