774 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VI. che H mutamento della personalità dirigente nel Consiglio ; Ca-stiglia dovesse indubbiamente portare anche ad un rivoli nella trattazione di affari politico-ecclesiastici da parte di t tribunale. L’influenza dei frati non poteva esser più tanto gr i-e da allora in poi si tutelerebbero meglio gli interessi del r< >. suoi sudditi. Il conte non era uomo da lasciarsi influenzar* minaccie dell’inferno, con cui i frati cercavano di tom* .»r«* chiunque contraddicesse in qualche modo le loro vedute. Il r> ila sua grande saggezza, aveva fatto finalmente quello che in S . : t si desiderava ardentemente da un secolo: aveva sottratt • mani del clero la direzione di un tribunale, cui era affidato ii tenimento dei diritti della sua Corona.* La notizia suscitò <*o di gioia nel Tanucci. Questo cambiamento incoraggerebbe t persone di cultura ed amiche della patria. Il clero era anti ed antipatriottico per i suoi lordi interessi di danaro e la voa orgogliosa aspirazione all’indipendenza. I principi eretici d' • suiti e della Corte romana miravano all'usurpazione del pot* sovrani, alla rivolta, ed al sovvertimento dei diritti nazio In una lettera contemporanea il Tanucci si congratulava col monarca per il saggio passo da lui fatto, ponendo un illumin 1 * probo capitano generale al pasto dell’ecclesiastico, che ver«- '■ mente era stato un dubbioso difensore dei diritti della Co: • Colla sua aspirazione alla ricchezza ed alla potenza il clero a'-'-» abbandonato la dottrina del Vangelo e degli Apostoli, che pur- facevano obbligo ai servitori della Chiesa di obbedire al sovrano, »!'•* autorità ed alle leggi dello Stato come anche di osservare I*v vertà. * Il re nella sua risposta assicurava di aver già da p-avuto quest’idea; ne lo aveva trattenuto solo il timore che * *• potesse rimproverare di voler cambiare tutto il sistema dei * w’ predecessori. Ma egli si era già assai pentito del suo indugi 1 Tanucci, però, tenesse per sè questa confessione.4 I consiglieri regalistici di Carlo III avevano tutti i motivi Pff essere soddisfatti della chiamata dell’Aranda. Anch’egli, con* loro, lamentava la preponderanza del clero a danno delle prerogative reali. Sotto pretesto di religione esso esercitava un ic-fluenza indebita sulle masse. I laici pazienti ed innocenti tri»1’ I • Grimaldi a Tu muti il ir, aprile 17 lìti Archivio di SI » • ** Et la ilo nuoti. * * A Grimaldi. « maioti» 17i*i. Ivi. * * A Carlo III. i! nuiggio 17«i. iri. (tr. aorhr »a Carlo Iti. H* •** K»o 17«»!. Ivi. * A Tauucri, 'Si ma itelo 17ia.. in rota uà Kio li Sii n. I.