S06 Clemente XIII. 1758-1769. Capitolo VI. mettere nell’imbarazzo i membri dell’Ordine in Spagna, aito che questi lo sconsigliarono nella maniera più decisa dal farsi accompagnare nel suo ingresso a Madrid dai due gesuiti Orba-gozo e Carrio, per non accrescere ancora di più la gelosia degl; invidiosi.1 Anche le relazioni del nunzio erano tali da suscitar eri timori. L’espulsione del Lopez da Madrid senza che fossero addotti motivi,2 la condanna dei gesuiti al pagamento delle d* ■..•ime nei paesi di missione con forza retroattiva dal 1662 in poi. la condanna del Colegio Imperiai a rifondere i godimenti provenutigli dal diritto di cittadinanza ad Arganda 4 erano sintomi di tempesta. Tuttavia il Pallavicini pensava che il pio re non si allontanerebbe dalla via del diritto e della legalità e non prenderebbe senza assenso del Papa nessuna decisione imprevedu i. Nel corso dei mesi successivi crebbe la sua preoccupazione, che si stesse lavorando a qualche cosa contro l’Ordine. Per suo suggerimento 6 Clemente XIII diresse a Carlo III una lettera in * * Oopias ilo carta* do Buenos Ayros do los afios do 1765 y 1766 ibreve analisi di vario lettere di gesuiti di mano del Roda), ivi. Quel roedesir ’ vescovo di Buenos Aires, che avevai dapprima roso ai Resulti una testimoni u/a cosi favorevole, sollevò contro ossi ed il Oevallos accuse a Madrid (14 Si " lire lTtìti), le quali vennero in discussione ne! Consiglio straordinario il '•■I* bralo 1767. L’avvocato fiscale Campomanos rilevò nel suo discorso, che la P1 pii! grande o menilo l’unica del Cevallos era la continuata energica prot- da lui concessa al gesuiti ; senza questa colpa egli sarebbe il pi«ì grand-- • (Oonsejo extraordinario, 5 febbraio 1767, Archivio di Simanca >. ’ 1 ciò ii JuxticUi tato». La faccenda si trascinò ancora (ino al 17<**. Nonostante tutte le accuse il generale vittorioso non perdette ni* la pubblica con-^'frizione. nò I suol onori e cariche (* Atti ulteriori in proposito ivi). Caratter-" per l’indole del Roda «\ il fatto, ch'egli non rifuggi dal mettere in ridi'- !" in dispregio il benemerito generale. * « Picen que (Cevallos] viene hecho un -dedlcado a la oraclon, y al retiro, y que nada pretende. Ya sabe Vi qne <■-«(*' /.aron los Padros a convertirlo con elen mU cuoros que le regalaron. y a pesos. (|iie vale cada uno. son ocho eientos mil pesos » (Roda ad A za ra li - * '' bralo 17(17. Archivio dei gesuiti, Hi»t. Sor. 234 I). Anche Cn'.wl"' manes aveva fatto lo stesso attacco nel suo discorso di accusa (OsnW extraordinario 5 febbraio 1767, loc. cit.). » • Palla vici ni a Torrlgianl il 2S ottobre 17(56, Cifre. Xiniziai. di Spi*' ’ '{02. loc. cit. 11 I/opez venne relegato a Monforte de IiCinns (Fono nei- I' III 10T,; Xon-eiu PignaleUi 1 153). » Rral ('niuhi del 4 dicembre 176« (starnila). .Vlinciai, di Spagna 3,r-loc. cit.; •Pallavlcini a Torrlgianl. i) e 16 dicembre 1766. Cifre, ivi; • Torri glani a Palla vicini l’S gennaio 1767, Registro di cifre, Ivi 433. * •Risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 1766. ivi 302: *Pallaviri“-a Torriglani il U> dicembre 1766. Cifre, ivi. * • Palla vicini a Torriglani il 2n ottobre, 16 e 23 dicembre 1766 e 11 ^,,v l rato 1767. ivi 302 risp. 303. 8 * I’allavlcini a Torrlgianl 11 30 dicembre 1766. Archivio di ' m a n c a s. Extado 5072. 7 * 22 gennaio 1767, Xiniziai, di Spagna 433. loc. cit.