CAPITOLO VII. I.’espulsione dei gesuiti da Napoli, Parma e Malta. - Il monitorio a l’arma. - Preparazione dell’abolizione papale della Compagnia di (Jesù. - Morte di Clemente XIII. 1. Che le due secondo-geniture spagnuole, Napoli e Parma, seguirebbero presto nell’espulsione dei gesuiti l’esempio della corte di Madrid, si capiva quasi da sè, poiché entrambi gli Stati nella politica dipendevano intieramente dalla Spagna 1 e oltre a ciò i ministri che dirigevano colà i governi erano profondamente avversi alla Compagnia di Gesù. Quando Carlo III nel 1759 assunse l’eredità spagnuola e rinunziò alla corona di Napoli in favore di suo figlio Ferdinando che aveva 9 anni, Tanucci come capo del Consiglio di reggenza divenne il solo dominatore. Se già prima non erano mancati i soprusi contro il potere ecclesiastico, ora egli inaugurò una lotta sistematica in favore dei diritti sovrani del principe, i quali, a suo avviso, venivano decurtati dalla Chiesa. Con le sue misure violente contro la Chiesa e le sue istituzioni, coll’arbitraria e ingiusta limitazione della sua proprietà e del numero di sacerdoti e colla estensione addirittura ridicola del placet regio a decreti ecclesiastici antichi e nuovi, egli ha fatto di tutto per scuotere nelle sue fondamenta la libertà e l’indipendenza della Chiesa. * Valendosi del gran cappellano, suo docile strumento, egli seppe stendere sempre più i 1 Colletta I 90; • Aróstegui a Grimaldi 11 21 e 28 aj»rile 1707. Archivio ' Simanca s. Batado 5881 : * Tanucci a Carlo III il 2 luglio 1707. ivi 0100; * Uoda a Tanucci il 4 agosto 1767. Archivio della provincia di f°Iedo a Madrid. Chanurrtm, P. 2 Cfr. sopra p. 736.