VINETIANA LIB. V. 413 i Vinetiani vi haveffero mandato il Secretario Sabbadino 152.6 per tenergli in ufficio, & follecrtare la levata de’ fanti, non però fi poteva nè ben confermare gii animi loro, nè accelerare la partita, nè meno intendevafi d’ alcuna preparatone , che faceife il Rè per rompere la guerra a Ce-fare oltre i monti, come era per le conventioni tenuto : di che egli iicuiandofi allegava, doverea tale rottura precedere r intimatone di muovere le armi da quella parte; del quale obligo però nelle capitulationi non era fatta mentione alcuna. Ma il Rè Chritiianiffimo , overo accorgendoti dalle in-ftantie, che gli facevano i Collegati, la mala iatisfattio " F ranfia ne loroovero confcio a ie fletto di mancare a gli obli-ghi, & perciò temendo, che’1 Pontefice , & i Vinetiani, imtaiia. ponendo coti da parte gli intereffi di lui, come egli inoltrava d’ haver poco ftimato gl’ intereffi loro, foifero per trattare con feparati contigli la pace con Cefare, deliberò di mandar Monfignor di Lange in Italia per ifcuiare la fua tardità, & con ordine , che prima haveife a paifare per il paefe de gli Svizzeri per follccitare la loro partita, ò almeno per far credere, che quanto a lui 1’haveife procurata , Se detiderata . Quefti dunque venuto prima a Vi- chepajp** netia, & poi pattato a Roma, fece in un luogo , Se nell’ altro il medetimo ufficio, trasferendo la colpa della tardità del pattare le genti Franceti in Italia fopra de’capitani, & altri miniltri, & affermando, ettere nel Rè gran-diifima difpofitione di profeguire la guerra, non pur mantenendo gH oblighi, ma avanzandoli ancora , con accre-fcere le forze; però oltre Tarmata lottile apparecchiarfi da lui buon numero di vattelli grotti nella Bertagna, per poter ufcire tanto più potenti, & opprimere ogni sforzo, faf'u"{fvt1 che difegnaffero di fare i nemici sù 1 mare ; nè prenderli l™,k dtl minor cura della levata de gli Svizzeri , anzi per gli uf-ficii da lui fatti ridurli allhora le diete generali, nelle quali fi rifolverebbe ogni cofa a favore della lega„ Ma fopra tutto affermava, non ettere il Rè per trattare alcun accordo , falvo che quando s’bavette a divenire ad una D d 2 pace