312 quell’ assemblea cioè, nella quale, a fianco del doge sedevano patriarca, vescovi, abbati, giudici primati e l’universo popolo, anonimo o distinto in diversi ordini, per pubblicare in forma più solenne gli atti della vita politica. In quel placito 1’ universo popolo era testimone, non attore o partecipe (1). Perchè la sua presenza mutasse fisionomia, non era necessario dare figura diversa all’ organismo : bastava solo spostare i valori politici degli elementi costitutivi. Quando questo popolo, spettatore inattivo degli atti dell’ altrui volontà, sia chiamato ad esprimere la propria, subordinando a essa 1’ esercizio della prerogativa più elevata, il mutamento di equilibrio è attuato, senza bisogno o di introdurre congegni nuovi o di modificare la composizione di quelli esistenti (2). Non è però superfluo precisare lo sviluppo e il valore di questo comportamento. Il placito non era una massa amorfa e indifferenziata : era distinto in ordini e gradi, tra i quali diversamente si distribuiva la capacità politica (3). Il compito assegnato all’universo popolo dalla procedura di ratifica si risolveva nell’acclamazione. Ma questo rito, dianzi di carattere formale, compiuto per iniziativa privata di individui e assai spesso a coronamento di opera illegale di un gruppo contro un altro, ora si tramutava in un intervento attivo di consenso o di dissenso, legalmente esercitato ed espresso. Era atto di volontà collettiva e non di interesse particolare, qualunque fosse il numero dei partecipi (4). (1) Cfr. il placito dell’819, e i testamenti di Giustiniano (829) e di Orso (853). Gloria, Cod. dipi, pad., I, 6, 12, 22 ; Documenti cit., I, 70, 93, 214. (2) Cfr, il placito del 900 (Lazzarini, Un privilegio cit., p. 991 [= « Scritti » cit., p. 149]) : Nos Petro — simul cum domno Vitale sanctissimo patriarchi et cunctia episcopi#, abatis, qui subter adscripti sunt, pariterque primatibus et po-pulo terre nostre et conloquente de tantis malia — Nos igitur hec audienUs nimium condoluimua et pertractavimus i n s i m u l, quomodo, disponente domino, subvenire potuissemus eco. (3) Nell'Orbo (p. 35, 38, 55, 63, 66, 81, 134 sgg., 142 sgg., 146 sgg., 153 sg., 156 sgg., 160, 165 sg., 167 sgg., 171 sg.) infatti tra il populus si distinguono, oltre quelli di stato servile, i cultores, i coloni, gli agricolae, gli artificea, i tribuni anteriore^, i tribuni novi, i primates, i principes, i sapientes, i maiorea e i minorea (p. 154),-i maiorea et mediocres (p. 161). (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 129: lune omnes par iter eligerunt sibi Petrum.