184 Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo IV. vescovi, a mano a mano ottennero la firma di 60 prelati.1 II nunzio Durini espose intorno a quel tempo al ministro Saint-Contest che il re doveva sottrarre una volta per sempre al Parlamento il di ritto di giudicare sul rifiuto dei sacramenti ; se il giansenismo non potrà più contare sulla protezione del re, in pochi anni sarà in Francia distrutto. Parve al nunzio che i suoi argomenti non avessero mancato di fare qualche impressione, ma nulla accadde.2 Ancora meno fece presso ¡1 maresciallo Noailles.3 Il Parlamento sfruttò la debolezza del governo per profittare con tutte le forze del suo decreto contro il rifiuto dei sacramenti. Seguirono condanne e arresti di sacerdoti in tutte le diocesi che stavano sotto la giurisdizione del Parlamento parigino.4 Nella parrocchia parigina di Saint-Étienne-du-Mont si erano salvati dalle persecuzioni del Parlamento con la fuga non soltanto il parroco Bouettin, ma fino al luglio del 1753, anche i suoi tre vicari,5 cosicché non vi era più nessun sacerdote per l’ufficio divino. Il vescovo di Amiens scrisse al re che parecchie parrocchie della sua diocesi erano vedovate e i loro pastori erano fuggiti, non volesse il Te abbandonare il clero all’ira dei suoi funzionari laici. 6 Ma la persecuzione continuò. Quando agli inizi di settembre il Parlamento andò in vacanze, assunse la sua parte la camera feriale : quando questa, il 27 ottobre 1752, cessò la sua attività, essa venne, fino alla riapertura del Parlamento del 12 novembre, sostituita dai funzionari del Chàtelet, i quali condannarono ad essere bruciato per mano del boia uno scritto del loro arcivescovo.7 « Le nostre cose vanno continuamente assai male », scriveva lo stesso prelato il 22 settembre 1752 ;s « evidentemente alla corte poco importa di noi e il Parlamento al quale si lascia mano libera, tende soltanto ad annullare la Bolla in Francia; ciò riuscirà troppo facilmente, se si costringeranno i sacerdoti ad amministrare i sacramenti ai giansenisti. Siccome il basso clero non ha alcun appoggio, egli perderà il coraggio e farà tutto quello che il Parlamento vuole. Ai vescovi si ride in faccia, li si pasce di vuote parole, s’impe- i Hf.i'.NAttLT loe. cit. ; Sctmx 282 s. * Durini a Valenti il 17 luglio 1752, Calvi 248. > Durini il 9 ottobre 1752. ivi 254. « Cfr. «Journal historique» delle sedute parlamentari del 17 maggio fino al 6 settembre 1752. presso [Nivklle] III 548-506, dal 20 novembre 1752 fino all'esilio del Parlamento ivi 651 ss. ; inoltre per le ferie parlamentari gli atti della Camera feriale del 1752 ivi 505 ss., 1753 ivi 721 ; dei Cbfttelet per 11 1752 Ivi 607 ss., i>er 11 1753 ivi 723. Intorno a passi dei tribunali dipendenti dal Parlamento, Ivi 619 ss. » Cfr. su eia gli atti in [Nivelle] III 530-548. « Kocqxtais 161. t Glassox II 185. « In RÉGWAUXT 1877, 1 237 s.