Pietro Ceballos e i gesuiti. 313 h,- ¡1 re diceva il contrario e che la parola del sovrano era la prova più sicura che il diritto conoscesse.1 Tempi migliori vennero per i missionari quando nel Para-¡ruay venne nominato un nuovo generale delle truppe regie nella persoti di Pietro Ceballos. Tuttavia anche l’istruzione compilata -ir lui suppone come certa la colpa dei missionari. Anche se vitto fosse possibile di ordinare pacificamente, Ceballos dovrà tare 11 gesuiti, specificati per nome, e rimandarli in Europa, a meno che in seguito a ricerche segrete non si persuada della ■ro ir.noncenza. Ceballos, carattere onesto e diritto, se ne persuase '••■ran nte. Il 25 maggio 1757 egli scrisse a Wall essersi dimo-•traci non necessario di citare neppur uno degli 11 missionari; •: voli <‘i quindi rinunziare all’uso delle armi e rimettersi al ra iti. influsso dei missionari per la trasmigrazione degli in-*' me Blasco Gascón, segretario del marchese Valdelirios, il 6 luglio 1757 a Wall, il nuovo generale si espresse frementemente in sua presenza nel senso che egli non credeva alla "!;>■• ■ i gesuiti.8 Per chiarire la cosa Ceballos fece nel 1759 •prire un processo giudiziario in tutta forma, nel quale 70 :sdiar,. e diversi funzionari spagnuoli dovettero deporre sotto ;ra"-nto. Il risultato dell’istruttoria fu che l’insurrezione era '-nv.r.i soltanto dagli indiani, senza la complicità dei gesuiti.4 *el frattempo anche il promotore del trattato divisorio, il luo-^ t'n :>te di Rio de Janeiro, Gomez Freire de Andrade, aveva •’■*> a voglia di seguire più oltre la cosa, verosimilmente per-' '¡ era persuaso che in Paraguay le sognate miniere d’oro 'fino irreperibili. Quando re Ferdinando VI di Spagna morì nel 59, suo fratello e successore Carlo III ottenne lo scioglimento • trattato di divisione e gli indiani poterono tornare nelle loro Suzioni. Quasi nello stesso tempo che nel Paraguay, cominciarono le rHme difficoltà nelle missioni del Maranhào. Fino circa la metà secolo l’opera di conversione degli indiani aveva fatto colà *r "i molto consolanti. Ancora nell’anno 1752 i gesuiti Te-^ 1 0 Machado erano stati destinati per la diffusione del Van- - 10 ,*ra ’ Gamellas e Acoroas, nel territorio fluviale del Mea-^ello stesso anno il loro confratello Santos fondò il vil- " all II 7 ottobre e 7 dicembre 1755, ivi 680 s. : IH 31 gennaio 1756, ivi 6S1 s. ’ Ivi «MI * Hi fi*;. ^ relazioni di Ceballos deU'8 e 30 novembre 175i> e 30 no- ~'t*P 17«5, ivi XÌ5-839. , 0 , . l'-nedetto da Fonseca al generale dell’Ordine Visconti, Lisbona 8 te >- * 1752, carte dei gesuiti (cosi pure i seguenti manoscritti gesui-citati).