Benedetto XIV. 1740-1758. Capitolo VII. rigorose contro coloro che avessero mancato. Egli pregava quinci; il re di voler di nuovo rivolgere il suo favore all’Ordine e di ^pr;-mere i suoi desideri, ai quali non si mancherà di soddiM'ure. Nello stesso tempo il vicario generale pregava anche il Pombal del suo potente patrocinio.2 II ministro accolse la lettera dei Timoni apparentemente con benevolenza e assicurò perfino il provinciale dei gesuiti che la benevolenza del re verso l’Ordini non era punto diminuita.3 Una risposta alle lettere, dirette al re e a Pombal, venne promessa, 4 ma di fatto non venne data. In quella vece ai primi di marzo del 1758 un corriere straordinario recò a Roma una lettera del re, datata 8 ottobre 1757 e diretta a Centurioni, della cui morte in Lisbona si era già da lungo tempo informati. Essa con teneva le accuse e i rimproveri più aspri : i superiori deirOrdir-avevano ricevuto più volte notizia dei mali portamenti dei loro soggetti, ma non avevano fatto il loro dovere. Lo scritto si arrestava a questa accusa generica e non veniva citato alcun particolare che rendesse possibile un’inchiesta.5 Il procedere del Pombal produsse naturalmente grand' impressione e venne diversamente giudicato. Il nunzio papale, il cjual? era in obbligo verso il ministro per alcuni favori, * stava da principio dalla sua parte. Nel novembre 1757 egli scriveva ad Archinto che se tutto era vero quello che si raccontava dei gesuiti nel Maranhào nel Grflo Parà e Paraguay, egli non ardiva di dar nemmeno il nome di cristiani a questi religiosi.7 Quando Timoni raccomandò l’Ordine alla protezione del nunzio, la risposta di Acciaioli * fu estremamente fredda e quasi negativa. Egli inscriveva, il suo dovere, ma deplorava di non poter far nulla p>‘r il momento per i gesuiti brasiliani, perchè essi non dipendevate1 dalla provincia portoghese; egli doveva del resto nutrir dubbi circa la loro volontà di prestare quell’obbedienza che da anni avevano rifiutato al Papa, ai vescovi e al re, il quale ve li costringerà con la forza. Vero è che i gesuiti di Lisbona affermano nulla sapere, ma si sono resi pubblici dei fatti così gravi che tal'-accuse, date le circostanze dettagliate che le accompagnano, non posson esser messe in dubbio. Più tardi Acciaioli annuncia di » • l.urit. no f. 147. loc. olt. s * Ivi f. 14P. * • 11 provinciale Ilt'iiriquer. n Timoni U 26 dicembre 17.17. Ivi t. I-*' * Henriquex n Timoni il 9 gennaio 1758. Ivi * * lìipvni. loc. clt. f. 1 li* Mi-rr 29. * Mi-rr- 51. Cfr. • Memoria di fatto dell’U luglio 1700 (verso i» f,D* Xunzìat. di Por top. 117. loc. cit. * * Ivi; Mt rr 34. » • Del li dicembre 1757, Xunziat. di Portog. 301. loc. dt.