Clemente XIIT. 1758-1769. Capitolo IV. fari di commeraio sono del tutto notori, come del resto risulta anche dai loro libri di entrata e di uscita. Che abbiano preso parlai tentato assassinio del re, è stabilito dalla sentenza giudizi «na Per salvarli da un linciaggio popolare,1 il governo ha posto un» guardia alle loro case e proibito ad essi di uscire. Il re si er* ritenuto obbligato in coscienza a porre sotto custodia i partecipi della congiura e a separare gli altri gesuiti dai suoi sudditi fideli. I loro beni erano stati messi bensì sotto sequestro, m disposizione di essi e il processo avrebbero luogo solo dopo intc-j col capo supremo della Chiesa. Per conclusione egli voleva ancora aggiungere due fatti: tutte le classi del popolo avevano j>r-gato il re di cancellare ogni traccia degli autori del delitto; qualsiasi diceria in contrario essere falsa, inventata e menzognera. Forse questa lettera, in cui si sente chiaramente il docile scolaro del Pombal, • era destinata solo a preparare in Roma il terreno per le richieste, che Giuseppe I avrebbe sollevato fra presso la Santa Sede. La lettera non poteva soddisfare la Cur a: questa insistette piuttosto per una regolare relazione della visita.1 Questa, però, dal Saldanha non era stata inviata mai, e non pot« v averla inviata, perchè egli non aveva fatto addirittura nessuna visita.4 Solo due volte dal suo insediamento egli si era recato ;'>'r breve tempo in una casa dei gesuiti.5 Il 20 aprile 1759 partì finalmente la lettera del re al P»P* annunciata da mesi. • Essa contiene le note accuse contro i P' suiti. Il sovrano li incolpa d’infedeltà verso gli statuti del ìor Ordine, di essere autori della guerra nel Paraguay, e deH'atter tato contro la sua persona. Nell’interesse della pace e deil* quiete per il suo regno egli ha fatto uso della forza conferita*-dal diritto divino e da quello naturale, e ha stabilito l'espulsion- > Ofr. le • relazioni del nunzi» sopra p. 598 n. 8. * « 11 enrd. sta n scuola ed eseguisce l precetti del segretari» -ICnrvalhol, senza mai replicare, non che opporal ». Acciaioli n Torri*'' 1ÌS novembre 1738. In IM-iih nella Zeiltchrift fùr la Ih. Throl. XXII * * Torriglanl ad Acciaioli il -J»! aprile 17ÓS». Xumsint. di Pori, I"" Mollo giustamente il Torriglanl rileva in questa • lettera all’Acciaioli- ■ ■ • ^ corre tenere accuratamente distinta la questione generale sullo stai" disciplina religiosa presso i »resulti dalla questione particolare sulle «’•“IP" taluni gesuiti. Il governo portoghese sembra voler mescolare le dia • 4 • « Il nulla fatto di visita regolare dal cardinale (Acciaioli a Torri, il 18 marzo 1700. Ivi 1171. •... e dica chiaramente (nell’udienza d»1 S|tagna| che li slg. card Saldanha in vece di riformargli e C"fT -'"r-poriava la commissione della visita. Im prestato la sun ninno serrile al ^ per distruggerli, non avendo nini reso conto alla S. Sede » iTorrigiani »* cintoli rii settembre 17110. Ivi 1821. » Mi kk 54. t’fr. sopra p. 517. , * [ ItiKKtt ) I 100 s. 11 corriere giunse a limita il — maggio, ma i menti furono consegnati solo il 7 giugno.