Benedetto XIV e i suoi cardinali. 247 accolto in Francia. L’11 novembre però questi poteva scrivere 1 che lo stesso ambasciatore francese chiederebbe l’estensione dell'anno giubilare. Quando il Papa il 25 dicembre 1750 aderì a questo desiderio2 e in una lettera relativa ai vescovi3 gettò uno sguardo retrospettivo sull’anno passato, egli potè non solo vantai' provvedimenti presi per prepararlo; la riparazione delle •tr .de nello Stato pontificio, la provvista di viveri, il restauro delle chiese romane, ma egli potè anche parlare di uno splendido risultati) dell’anno ¡santo. Erano venuti i pellegrini dalle regioni più lontane, dall’Armenia, dalla Siria, dall’Egitto; egli stesso s’era trovato ai due giubilei precedenti,, ma le folle di popolo che questa volta erano confluite a Roma, erano di gran lunga più grandi. Che i vescovi, seguendo le esortazioni papali, avessero preparato i fedeli all’anno giubilare era provato dal fatto che mai prima le basiliche erano state visitate da tanta gente e con segni così mani)' ti di devozione e pietà, come nel passato anno. Numerose erano state le confessioni generali, come egli aveva sentito dai penitenzieri. Gli abitanti della città non si erano lasciati superar.' in devozione dagli stranieri. Pareva impossibile in qual minoro e con quale pietà essi avevano assistito alle prediche delle Tossioni. In tutte le condizioni sociali si erano avuti esempi di Penitenza e devozione. Coloro i quali sono chiamati a precedere - " tri col buon esempio, i vescovi, i cardinali, le persone distinte i erano guadagnati il riconoscimento del Papa. Egli sapeva, o in parte aveva visto coi propri occhi, come essi avessero fatto le pre-“critte visite alle chiese, serviti a mensa i pellegrini, lavando loro 1 piedi, e distribuite copiose elemosine. ^’on sempre Benedetto XIV si espresse in termini elogiativi 'U1 conto dei suoi cardinali. È caratteristico che egli non ebbe " ina fretta di completare il loro collegio. Erano passati già u