Pareri di Roda e di Grimaldi. 981 e poi la si lasciasse cadere, poiché l’Ordine dei gesuiti era una corporazione terribile e più terribile ancora diverrebbe, se uscisse vittoriosa dalla lotta contro quattro sovrani.1 A parte la verniciatura religiosa, il parere di Roda 3 si muove secondo gli stessi concetti esposti dal confessore di Corte. Con particolare forza egli fa rilevare che l’Ordine nella cristianità non può più produrre alcun bene. Per i fedeli era uno scandalo il vedere come i gesuiti, pur banditi dalle Corti cattoliche più illustri, venissero protetti in altri paesi e in Roma. Da ciò potevano facilmente sorgere dei dubbi circa la giustizia del loro bando. Nè questi religiosi lascierebbero alcun mezzo intentato per sollecitare il loro ritorno, cosicché si dovevano temere nuove agitazioni. Perciò, onde conservare l’Ordine e la quiete, l’unica misura efficace rimaneva la loro totale soppressione. Molto gioverebbe se tutti i vescovi e prelati, adducendo gl’incidenti avvenuti nei loro distretti, dimostrassero al Papa l’utilità e la necessità dell’abolizione e presentassero per questa formale proposta, che dovrebbero però sottoporre preventivamente all’esame del governo. Per non lasciare ai gesuiti alcun tempo di agire in senso contrario, era necessario di agire rapidamente, tanto più che il Papa era avanzato in età e di salute malferma, cosicché si doveva contare con una sua non lontana dipartita. Sarebbe infatti di grande importanza che la proposta venisse presentata ancora durante la vita del Papa presente, affinchè la si conoscesse nel futuro conclave. In esso bisognerà ripetere la domanda e protestare contro l’elezione di ogni Papa, il quale venisse eletto senza la condizione dell’abolizione. Inoltre bisognava insistere per l’allontanamento del Torrigiani, almeno per quanto riguardava quest’affare, essendo egli l’avversario più fanatico dei diritti regalisti dei sovrani. La proposta si dovrebbe prima combinare fra i principi e poi si dovrebbe presentare possibilmente in modo simultaneo. Pur esprimendosi col massimo rispetto, bisognerà far mostra di energia e far capire che i monarchi si difenderanno a ogni costo, occorrendo anche con le armi. Siccome in Roma non si può fare impressione che coll’incutere paura o col promettere dei vantaggi, si tratti coi cardinali, ad uno ad uno, per guadagnarli. La cura principale però dovrà essere il conclave futuro, affinchè venga eletto soltanto un Papa devoto alle Corti e non prevenuto in favore dei gesuiti. Anche il parere di Grimaldia non voleva saper nulla dei piani bellicosi del Pombal e della conquista dello Stato pontificio. A 1 • Dictamen del P. Confesor del 13 gennaio 17C7. Archivio di Simancas, Exindo 2 * Dictamen del Señor Roda del gennaio 17