798 Clemente XIfi. 1758-1769. Capitolo VI. governo. Abituati al despotismo, ch’essi esercitavano prima come confessori di corte, essi vedevano con amarezza, che loro creature non toccavano più le cariche superiori, perchè il nella sua illuminata sapienza non voleva più tollerare l’ali fatto da essi per molti anni della loro potenza. Tra i div reclami giunti alle orecchie del monarca due colpivano sem mente il corpo ed il reggimento della Compagnia di Gesù, chiese dell’india si lamentavano della violenza inaudita, con i gesuiti le privavano disonestamente delle loro decime. Anc'n postulatori della santificazione del Palafox presentarono ani lagnanze ai piedi del trono per il fatto, che, a causa dei man» maliziosi dei gesuiti, durante la malattia cronica di Fer nando VI erano stati bruciati con scandalo della nazione scr: del venerabile Servo di Dio,1 che più tardi avevano avuto l’app vazione della Congregazione dei Riti. Il re, dando ascolto a q ste rimostranze, offese l’onore e l’interesse particolare, che stati sempre gl’idoli di questa temibile corporazione. Contem raneamente, per un caso fortunato, si scoprì la sovranità chV eransi arrogata nel Paraguay, come pure la loro ribellione ingratitudine, secondochè risulta dai documenti originali aut< tici, i quali mettono in luce l’usurpazione e gli eccessi che da secolo e mezzo costituivano un problema o meglio un mist impenetrabile per tutto il mondo. Allorché dopo la morte di 1 bago il re conferì il (posto di lui presso il tribunale deH’Inqu. zione al suo confessore, la Compagnia considerò questo co\ come un ladrocinio al suo onore ed una perdita di mezzi per fa considerare e temere; contemporaneamente essa riconob1*. quanto poca speranza avesse di riottenere un giorno l’ufficio -li confessore di corte e con esso la sua dominazione dispotica. ' procedimento del re per ricondurre nei giusti limiti il partito temibile, che l’Ordine si era creato in tutte le classi dello Sta*'1-offese i gesuiti nel profondo dell’anima, poiché finora essi erano stati abituati a vedere scelte per le alte cariche nella gerarchia ecclesiastica e civile soltanto loro creature, allevate a venerare i loro principi ed a ciecamente sottomettervisi. Il fatto, che :• monarca affidasse l’istruzione dei suoi figli ai membri di que.-'.a corporazione, mostra chiaramente ch’egli non nutriva nessuna avversione personale contro di essa. Ma, poiché i gesuiti non potevano esser soddisfatti da altro, che dal ritorno al loro disp^ • tismo primitivo, essi concepirono il piano di far ribellare tutta !» monarchia, e solo per una protezione speciale della Provvidenza i* Regno rimase preservato dagli orrori di una guerra civile e dall»’ » Cfr. sopra p. 13$)s. e sotto capitolo Vili n*. U