La Giunta invita il re a voler imitare il padre nella cacciata dei gesuiti. 901 governo iniquo, pieno d’intrighi, avido, ambizioso e turbolento non era consigliabile col bene della religione e dello Stato.1 Circa il risultato della discussione non si potevano nutrire dubbi, perchè il ministro aveva nominato nella commissione soltanto gente che la pensava come lui.1 Nel suo parere del 25 ottobre 1767 che costituisce soltanto un sunto delle idee del Tanucci3 la Giunta dilesse al re l’invito a volere imitare il procedimento di suo padre che aveva trovato l’approvazione di tutti i benpensanti.4 I l>eni dell’Ordine come beni derelitti vennero messi a libera de posizione del monarca.3 Il piano così abilmente ideato per poco non falliva nell’ultimo momento. Il 19 ottobre ebbe luogo una violenta eruzione del Vesuvio che sparse il terrore per tutta la città. Le scosse furono così forti, che il giovane principe fu costretto a tornare da Pro-cida. a Napoli.6 Nello stesso tempo scoppiò un terribile temporale e un fulmine cadde nella stanza del monarca. Per completare il disastro, in quegli stessi giorni giunse la notizia che la reale sposa era morta.7 Di fronte alla generale agitazione e confusione e al senso di panico nel popolo il quale vedeva in questi avvenimenti, un giudizio di Dio per la minacciata espulsione dei gesuiti,8 il ministro non ritenne consigliabile di attuare l’espulsione stabilita per il giorno 23. • In un biglietto di propria mano egli assicurò il suo confessore Micco che la radunata di navi nel porto di Napoli non riguardava i gesuiti. Mandò il suo medico Ventapane al superiore della casa professa per dargli in suo nome la tranquillante assicurazione che la notizia circolante nella città circa l’imminente proscrizione era falsa e che egli non pensava a cacciare i gesuiti, perchè non ce ne era motivo, insomma 1 Trípodo 36. 2 * Tanucci a Carlo III 1*8 settembre 1767, Archivio di Simancas, f'*tado 6X00. * Ivi. « Extracto de la consulta dirigida a .S. M. por la .Tunta de abusos referentes a la expulsión de Ios Jesuitas», in Danvm.a r Coiuso III jlli» nota 2. Il Parere del membro della commissione di Vargas Machuca presso Tairono 12 6ss. * « Kn vista de todo lo dicho, use V. M. de todo su poder imitando la convicta de su augustissimo padre <|iie ha merecido la probación de todos los txienos ». I)AXvrr.A r Collado III IH* nota 2. 5 3 12. ivi. Il 25 agosto 1767 • Tanucci scrisse n Roda che lo stato non po- teva confiscare i beni del gesnlti perchè non si era davanti a nessun delitto di ••ato; appoggiandosi al mancato exequátur dichiarerà i collegi del gesuiti cor- porazioni illecite o perciò incapaci di acquistare « fari attribuire al fisco la •oro proprietà come « derelitta ».Archivio di Simancas, Entadn 6002. * ’Tanucci a Carlo III il 20 ottobre 1767. ivi 6100; ‘Tanucci a Losada 11 20 ottobre 1767. ivi 00ÍJU. ; Vedi sopra p. Í07 n. 4. Ricci. • Espulsione n. S7. * • Tanucci a Parlo III 11 27 ottobre 1767, Archivio di Simancas, E»tado 6100. ® * Tanoccl a Roda 11 24 novembre 1767. Ivi 6003.