Misure di Tanucci. 757 neon ; sensibile la compassione che in molti ambienti si prova per i gesuiti.1 In Itre il Tanucci raccomandava in una lettera confidenziale il Wall di farsi venire il resoconto dello Chalotais sulle Costitu-uoni dei gesuiti. Era un capolavoro, in cui si scorgeva come in un lu ido specchio il vero volto della Compagnia. Ivi si poteva «car con mano come la dottrina del tirannicidio derivasse neces-•ariamente dalle Costituzioni dell’Ordine. Questa parte del libro faceta l’effetto di una rivelazione. Egli, per verità, aveva incontrato da sè quella conseguenza nelle opere del Bellarmino, che gli «ano state date a leggere in gioventù. Il ministro, però, non si contentasse di leggere l’opera per conto proprio, ma pregasse «che il re di prenderne conoscenza; si trattava di una lettura kgiia di un saggio sovrano, rivolto al bene e nemico di ogni fal-< tà II Wall potè dare in risposta l’assicurazione tranquillante, die ogJi aveva già esaminato l’opera ed aveva ugualmente acqui- ’ la persuasione che non si dovesse far mancare al sovrano la ®n. cenza del suo importante contenuto.* Due mesi più tardi >1 Tanucci propone altre misure in una lettera al primo maggior- 1 * « La caci-lata del Gesuiti fari a la Fra m ia grand'onore. Non Intendo *• ’ '»passione> (a Gallanl 11 31 marso 1"*H, Archivio di Slmanca«, 5088). * * « Io non h<> veduta cosa pi il seria, più vera, pii) chiara, pio »Incera, *** ‘Ulcace. t. un capo d'opera e lo specchio pili lucido ove si veda la Oom-(•^!ila.„ Vedrà V. K. la dottrina esecrami» del regicidio, die nella Compattila è una conscqiienza accentarla delle sue Costltuxlonl. (Ju<-*ta parte del lihn, <■ evangelo. Io ho veduto tutto quel procwiw nelle opere di ttellarmlno. mi fu ron fatte leggere nella mia adolescenza * (a Wall 11 .IO marzo 1702, ^fchivlo di iti ma oca*. Eiladn ftuOCI). • « MI rallegro, che V. H. abbia il " Conto reso delle Ostitu*ionl del Gesuiti " dal Procuratore generale ** Parlamento di Bretagna. Il pregio, ri» lo aveva trovato, era la brevità, *• ciiiarema, l'efllcncia, la serietà colla quale aveva trattata quel Procuratore *** materia con tanta fraude e Industria dal («esulti Intricata, al quali fi ‘cito il coprire per tanto tempo, ed ascondere al sovrani lo spirito di sedi-di avarizia, di ambicione enorme, di un corpi» insidioso, che stava e ** «lenirò lo «tato unicamente per divorarlo e »ovvertlrio, e per toglierne J 'flljlonc e la disciplina. GII «tratti, che della dottrina del Gesuiti ha 11 filamento di Parigi prmentatl al Re. ma bastanti a disingannare ognun» > 11 Wall, i| maggio :17ít¡. Ivi). • * « He leido el librilo del Procurato* groersl Intitulado * Compie r«n«hi u*tltutloos dea Jf-»ulles “ ; a la verdad merece Meo toa epiteto» con que ■'»litica el diacernimiento y Jaldo de V. E.. y e* digno como V. E. »e afiade, * <(ue no «e ocalte sa lectura e importante contenido a la comprensión del **7. V. R. me encarga qoe yo lo lea. y poedo decirle qoe queda obedecido ^tldpadamente a ni precepto, porque desde luego que ae publicó me lo remi ,,«*wa de París, y qae formo (aunque coa macha menos erudición y laces» *1 mismo coocepto que V. R ■ s (Wall a Tanucci il » aprile 17®. Archi* '*• di SI mancai. Etimitt OOfiB)