86 Benedetto XIY. 1740-1758. Capitolo II. addossarsi un simile peso; e temeva anche, presentando la sua candidatura, di mettere in pericolo, per la sua casa, il possesso della corona polacca che gli era diventata cara. L’influente regina, invece, e il ministro Bruhl credevano che la splendida posizione dell’imperatore meritasse ogni sforzo. In seguito alle insistenze di costoro, re Augusto vacillava; da una parte cercò, di fronte a Maria Teresa, di sfruttare la candidatura che gli veniva offerta per ottenere un indennizzo territoriale in Slesia, dall’altra però continuava a trattare con la Francia ; per guadagnare tempo fece dichiarare a Parigi che presenterebbe la sua candidatura solo nel caso che il Papa intervenisse in suo favore.1 Senonchè Benedetto XIV e il cardinale Valenti credettero più opportuno di assumere un atteggiamento di attesa. Vero è che gli ambasciatori veneziani sanno riferire che per un momento si era a Roma pensato a presentare contro l’Austria la candidatura alla dignità imperiale di Massimiliano Giuseppe, figlio del defunto imperatore.2 Ma questo è poco probabile. Comunque fosse, certo è che un tale progetto si dimostrò vano quando Massimiliano Giuseppe accolse le offerte di pace di Maria Teresa e nella pace di Friissen, il 22 aprile 1745, rinunciò alle sue pretese sull’Austria e promise di dare il suo voto nella nomina ad imperatore al granduca di Toscana. La notizia della pace austro-bavarese indusse anche re Federico Augusto a dichiarare di non opporsi alla nomina del granduca.3 « Abbiamo forti ragioni, aveva scritto il cardinale Valenti il 19 maggio a Durin, di non ingerirci nelle elezioni e di non dimostrare alcuna parzialità, benché la Francia desideri il nostro intervento per il re di Polonia)).4 In seguito il Papa ripetè varie volte che egli di fronte ai vari candidati alla dignità imperiale i Arneth III 33 ss. * Vedi dispacci di Andrea da T.ezzo in Brosoh II 101 nota, il quale presta loro intiera fede. Il 2 marzo 1745 il Papa scrive a Tencin che la malignità austriaca si lamentava del suo parteggiare per Massimiliano Giuseppe: « Comme si nous' Ptions asse» fon pour nous risquer à cet jeu sang connaître les intentions de la France» (He»:okerkn- I 186). L'incaricato d’affari francese De Canil-lac si vantava di aver indotto il Papa ad esortare il re di Polonia Augusto ad accettare la candidatura: vedi Kirsch nell’Uist. Jahrbuch XXVI 49ss., ma a ciò contraddicono le * Cifre al Durini: a costui scrive il Valenti il 27 marzo 1745 : « L'ambasciatore polacco dice che il suo re non vuole diventare imperatore: nè lo vuole U principe elettore bavarese»; il 14 aprile: « Il Papa vuole essere imparziale nella questione della nomina ». Numiat. di Francia 442. A r-chivio segreto pontificio. 3 Arneth II 39 ss. ■* * Cifra al Durini, loc. cit. Albani nella sua * lettera a Uhlfeld del 27 marzo 1745 aveva affermato: «Questa corte di Roma aderendo aUe massime della Francia fatte fare al Papa per mezzo del cardinale Valenti cerca di excita re sempre piti nel animo del re di Polonia il desiderio e l'ambizione del